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Bce: nessuna azione sulle banche italiane

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Bce: nessuna azione sulle banche italiane

Francoforte - Dopo una richiesta di informazioni alle banche dell'eurozona sulla gestione dei crediti deteriorati da parte dell'organo di vigilanza europeo, si è scatenata in questi giorni una tempesta in Borsa sui titoli bancari, con pesantissime vendite concentrata in modo particolare sulle banche italiane, tempesta che non accenna a placarsi.

L'Italia è il Paese dell'area euro dove il problema dei crediti deteriorati è più acuto, anche per la grave recessione degli anni scorsi, da cui l'economia è appena emersa. La pubblicazione da parte di sei banche italiane dell'avvenuta richiesta della Bce, pubblicazione imposta dalla Consob e non prevista invece negli altri Paesi, ha fatto ritenere ai mercati che fosse in arrivo alcun provvedimento della autorità di supervisione specificamente nei confronti degli istituti del nostro Paese, una interpretazione ora smentita dalle parole del capo della vigilanza. L'istituto di Francoforte aveva già precisato martedì che la richiesta di informazione è una normale prassi di vigilanza. Sulla stessa linea si era espresso il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan.

Ieri, la signora Nouy, in risposta a una domanda del presidente della Commissione, Roberto Gualtieri, ha aggiunto, secondo quanto riferisce l'agenzia Radiocor, che la Bce non prevede azioni sull'Italia e ha ribadito che la richiesta di informazioni alla banche, non solo italiane, attraverso un questionario di tipo qualitativo, è un fatto noto. Per quanto riguarda gli aspetti quantitativi del problema, questi sono probabilmente già conosciuti ai supervisori, dato che le banche sono state sottoposte a una valutazione approfondita dei bilanci prima dell'assunzione della vigilanza da parte della Bce, poco più di un anno fa, e soggette successivamente a un altro esame, il cosiddetto Srep, appena concluso. I crediti deteriorati del sistema bancario italiano sono stimati in 350 miliardi di euro, di cui 200 circa di sofferenze, di più difficile esigibilità.

La vigilanza della Bce aveva già annunciato che la soluzione del problema dei prestiti deteriorati, che zavorrano i bilanci delle banche dell'eurozona e frenano la ripresa del credito, sarebbe stata una delle priorità del suo lavoro nel 2016. La stessa presidente del consiglio di vigilanza ne aveva parlato in un incontro con autorità e banchieri italiani a Milano nel novembre scorso.

Il questionario, inviato da una task force creata ad hoc dalla Bce, riguarda le metodologie delle singole banche coinvolte per la gestione dei crediti deteriorati, o “non performing loans” (Npl), eredità della crisi degli ultimi anni. La vigilanza si servirà delle risposte per mettere a confronto banche con caratteristiche simili sui diversi mercati, in modo da avere un campione rappresentativo del sistema bancario dell'eurozona, e per elaborare raccomandazioni che si basino sulle migliori pratiche. Queste potrebbero riguardare, tra l'altro, l'assegnazione di un maggior numero di persone al problema degli Npl, una revisione dei modelli interni delle banche, oppure un aumento degli accantonamenti.

Questa settimana, la Bce ha diffuso i risultati delle sua indagine trimestrale sul credito, dal quale si evince che l'Italia è uno dei Paesi dove si è registrato il più marcato miglioramento delle condizioni dei prestiti alle imprese, oltre che un aumento della domanda di credito.

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