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Brasile, bloccata la nomina di Lula

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SCANDALO PETROBRAS

Brasile, bloccata la nomina di Lula

L’ex presidente Lula aveva già firmato, stretto nel suo abito scuro, con la penna stilografica nera. Il rituale della nomina a Ministro di governo del Brasile era compiuto. Con tanto di abbraccio alla presidentaDilma Rousseff. La festa è durata poco. Un giudice federale, Itagiba Catta Preta Neto, del quarto tribunale del Distretto federale, ha emesso una sentenza provvisoria che sospende la nomina a ministro di Lula. Dilma Rousseff farà ricorso. Timori dell’Fmi, mentre manifestazioni di critica e di appoggio a Lula si sono svolte a San Paolo e a Rio de Janeiro.

La sentenza del giudice
Il giudice accusa Dilma di aver nominato Lula con il solo obiettivo di sottrarlo alla giurisdizione della procura di Curitiba che lo aveva indagato sottoponendolo a quella della Corte Suprema: di fatto, un tentativo dell’Esecutivo di ostacolare il normale funzionamento del potere giudiziario, tesi peraltro identica a quella dell’opposizione. La sentenza di sospensione della nomina, emessa dal giudice federale Itagiba Catta Preta, è provvisoria e l’Esecutivo di Brasilia ha già annunciato che presenterà ricorso. A comunicarlo è stato il ministro della Giustizia, Jose Eduardo Cardozo. «I motivi della nomina di Lula - ha detto Cardozo - non sono quelli di salvarlo dalle indagini».

La richiesta di impeachment
La Camera dei deputati brasiliana ha eletto i 65 membri della commissione speciale che dovrà decidere se ci sono i presupposti giuridici per l’apertura della procedura di impeachment nei confronti di Dilma Rousseff. L’impeachment, va ricordato, è relativo ad alcune irregolarità del bilancio pubblico emerse lo scorso dicembre.

L’elezione dei membri della Commissione è il primo passo del processo che dovrà stabilire se la presidenta potrà essere giudicata per irregolarità contabili nel periodo di governo tra il 2014 e il 2015. I partiti più rappresentati nella Commissione, con 8 membri ciascuno, sono il Partito dei Lavoratori, cui appartiene la Rousseff e il Partito del movimento democratico brasiliano (Pmdb) del vice presidente Michel Temer, il primo in linea di successione in caso di destituzione della presidente in carica. La procedura è molto complessa e farraginosa.

Tensioni e scontri
La giornata di ieri è stata campale e oggi sono previsti nuovi cortei. I sindacati e i movimenti vicini alla Presidente Rousseff manifesteranno a favore dell’ex Presidente Lula. Le manifestazioni sono convocate «in difesa della democrazia contro il golpe». Domenica scorsa - secondo fonti della polizia - l’opposizione portò 3 milioni di persone in piazza contro il governo di Rousseff.

La situazione preoccupa anche il Fondo monetario internazionale, che attraverso un portavoce ha fatto sapere di seguire da vicino gli sviluppi della crisi, e le aziende straniere presenti nel Paese sudamericano. «È il massimo di instabilità che ho visto negli ultimi venti anni, veramente pericoloso», ha commentato Sergio Marchionne, numero uno di Fca, che in Brasile ha due stabilimenti ed è leader del mercato automobilistico.