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Sisma in Giappone: oltre 40 morti

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Asia e Oceania

Sisma in Giappone: oltre 40 morti

Sono già oltre 40 i morti del sisma di magnitudo 7,3 verificatosi all’1,25 della notte tra venerdì e sabato nella prefettura di Kumamoto, nel Sud-Est del Giappone. Circa 1.500 persone sono state sottoposte a cure mediche, 91.760 gli sfollati. L’epicentro ha avuto profondità di appena 12 km e gli esperti considerano questo il terremoto principale, a distanza di 28 ore dalla prima scossa di giovedì, che aveva causato 9 morti e oltre mille feriti.

L’Agenzia nazionale meteorologica ha lanciato un allarme tsunami nel mare di Ariake, poi rientrato. Diverse costruzioni sono crollate e almeno 200mila abitazioni sono rimaste corrente. Un’estesa frana ha interessato la principale arteria autostradale della zona e un ponte è crollato.

Nel frattempo una breve eruzione del monte Aso, il vulcano più attivo in Giappone, è avvenuta alle 8.30 di ieri mattina, con nuvole di fumo alte fino a 100 metri.

Il capo dell’Ufficio di gabinetto, Yoshihide Suga, ha detto che si prevedono danni significativi e confermato che il governo mobiliterà tutte le risorse disponibili per assistere la popolazione. Nessun danno è stato segnalato alle centrali nucleari nelle prefetture di Kagoshima e Saga e la visita del premier Shinzo Abe in programma ieri è stata cancellata per ragioni di sicurezza.

Il ministero della Difesa ha reso noto che 20mila agenti delle forze di Autodifesa saranno destinati sul luogo. La magnitudo di 7,3 del terremoto è equiparabile a quella del sisma di Kobe del 1995, quando si registrarono più di 6.500 vittime. Secondo gli esperti nuove scosse di assestamento della stessa intensità potrebbero avvenire nei prossimi giorni.

Un vasto numero di aziende operanti nel Kyushu è stata costretta a interrompere la produzione e a evacuare i propri dipendenti. Le case automobilistiche Toyota e Honda, rispettivamente negli stabilimenti di Kumamoto City e Ozu, hanno fermato le operazioni in attesa di stabilire l’entità dei danni subiti. I dirigenti della Panasonic della fabbrica di Nagomi, riaperta dopo il primo sisma di giovedì, hanno deciso di sospendere i lavori dopo la seconda scossa. I dipendenti della Sony nello stabilimento di semiconduttori a Isahaya, nella prefettura di Nagasaki, hanno dovuto evacuare nel corso del turno notturno, mentre il produttore di pneumatici Bridgestone non è riuscito a far ripartire le operazioni.

Nel frattempo il ministero dell’Industria e del Commercio ha richiesto il sostegno delle compagnie energetiche e dei maggiori distributori di generi alimentari a livello nazionale nella fornitura di cibo e l’erogazione dei servizi.

Il proverbiale spirito di cooperazione giapponese si è già messo in moto, con il gruppo Seven & i Holding e la catena di supermercati Aeon impegnate nella erogazione di migliaia di pasti e di bottiglie di acqua minerale, e le società elettriche dell’area coadiuvate dalle forze di polizia, incaricate di ristabilire la corrente nelle decine di migliaia di abitazioni della prefettura.

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