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Banca d’Italia, autonomia e leggende metropolitane

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Italia

Banca d’Italia, autonomia e leggende metropolitane

Robert Solow, un premio Nobel dell'economia, disse un giorno, a proposito delle Banche centrali, che quando esternano sono come i calamari: emettono una nuvola d'inchiostro e poi si dileguano. Solow si riferiva al linguaggio ermetico, tipico di un governatore come Alan Greenspan («Se ho parlato chiaro, vuol dire che non mi avete capito», disse una volta). Ma un simile appunto non si può rivolgere alla Banca d'Italia. A pochi giorni dalla Relazione del governatore bisogna ricordare che la Banca d'Italia non si è mai rifugiata nell'ermetismo e ha sempre parlato chiaro al Paese, nel male e nel bene. Certo, la Banca d'Italia non è mai stata immune dalle critiche.

Quei disappunti che Riccardo Bacchelli attribuiva «alla rugosa esperienza e all'umano scontento» si sono esercitati anche contro la nostra Banca centrale, con toni talvolta pacati ma più spesso farneticanti. C'è una leggenda metropolitana, che ogni tanto riaffiora, a guisa di fiume carsico, che vuole la Banca d'Italia controllata dalle banche. Bisogna qui ricordare che le quote di Bankitalia possedute dalle banche non permettono alcuna ingerenza delle banche stesse nella gestione della Banca centrale; e dette quote sono remunerate con un dividendo fisso, quasi a sottolinearne il carattere di obbligazioni più che di azioni.

Ma là dove le critiche si spingono al di là del bene e del male sta nelle esternazioni sul ruolo stesso della Banca d'Italia: questa dovrebbe diventare una ‘banca d'investimento' e istradare soldi alle imprese che boccheggiano. Questa sì è una ‘nuvola d'inchiostro' dove i ruoli si confondono e le responsabilità si sfilacciano in attribuzioni senza senso. Chi abbia un minimo di fiducia nel mercato e nella libertà d'impresa dovrebbe evitare di evocare un ‘grande fratello' che decide a chi dare il credito. Un credito che Banca d'Italia e Bce già forniscono indirettamente, dando soldi alle banche senza farsi pagare interessi (anzi, con tassi negativi), così che le banche stesse, radicate nel territorio, li passino, a poco prezzo, ai clienti. Il cavallo non beve? La colpa è della mancanza di domanda. E nella gabbia degli imputati ci dovrebbe essere una politica europea incapace di passare dalla limitazione dei danni a un vero stimolo alla ripresa.

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