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Sterlina in caduta, corsa a franco e yen

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Sterlina in caduta, corsa a franco e yen

  • –Andrea Gennai

Tutto come da copione sul mercato valutario. Il mondo del forex si era preparato all’evento del referendum britannico con due ipotesi ben distinte a seconda che avesse vinto l’uscita o la permanenza della Gran Bretagna. Si è verificata la prima, l’ipotesi associata a uno scenario risk off (fuga dal rischio) e il mercato si è accodato di conseguenza.

Già alle tre del mattino ora italiana, quando stava prendendo forma il risultato della Brexit, il mercato valutario, operativo 24 ore al giorno, ha dato il suo responso: crollo della sterlina, debolezza dell’euro contro il dollaro, rally di franco svizzero e soprattutto yen, la vera valuta difensiva in questo momento. Alcuni trader rilevano che sul mercato non si è visto panico in senso stretto: l’evento del referendum era noto da febbraio e gli operatori si sono appositamente preparati e coperti. Non è stato il classico fulmine a ciel sereno come avvenne ad esempio un anno e mezzo fa con il repentino abbandono del “peg” da parte della Banca nazionale elvetica. Allora ci fu un improvviso vuoto di liquidità sui book. Questa volta sul mercato si sono allargati gli spread soprattutto nella fase notturna, ma non è mai mancata la liquidità. Escluso la sterlina, con una perdita che ha superato in certi momenti la doppia cifra, per altro preventivata da molti, gli altri movimenti sono stati sicuramente significativi (intorno al 3%) ma senza scatenare panico.

Per capire come evolveranno i rapporti tra le divise nelle prossima settimanale è fondamentale capire cosa faranno le banche centrali, il vero market mover per il mercato del forex. Movimenti così repentini sul mercato più liquido al mondo (ogni giorno il controvalore del mercato dei cambi equivale a circa 5.300 miliardi di dollari) significano spostamenti di valore molto impattanti per gli equilibri internazionali. La sterlina resterà ancora sotto pressione, il mercato deve riprezzare il futuro degli asset britannici e forse di vorrà del tempo. Lo yen resterà sugli scudi a breve anche se su questi livelli la terza valuta più importante al mondo crea qualche insofferenza alle autorità di Tokyo.

Gli occhi sono puntati su azioni concertate da parte delle banche centrali che potrebbero continuare a fornire liquidità ai mercati «nel caso in cui - spiega Matteo Paganini, chief analyst Fxcm Italia - dovessero accadere degli shock durante le prossime giornate, quando il mercato comincerà a digerire una decisione che probabilmente potrebbe condurre la Bank of England a non essere più una follower della Federal Reserve, in quanto non escludiamo che in Uk possano decidere di procedere con potenziali tagli di tassi nel futuro prossimo. Interventi singoli da parte delle banche centrali, con quella del Giappone sotto i riflettori a causa di un rafforzamento dello yen contro il dollaro su livelli che non si vedevano da fine 2013, risultano invece meno probabili pur non essendo da escludere del tutto. Il livello da monitorare con attenzione si muove intorno a 95 yen per dollaro». Il cross dollaro-yen, indicatore chiave per capire la propensione al rischio della finanza globale, è precipitato sotto quota 100 per poi rimbalzare e limitare il calo intorno al 3%. Non accadeva dal novembre 2013 una discesa sotto la soglia psicologica dei 100.

L’euro-dollaro, che rappresenta da solo circa il 20% di tutto il mercato valutario, dopo uno sbandamento in avvio di seduta in Europa si è attestato in area 1,11, con una perdita del 2%. Un movimento violento ma non drammatico: probabile che a breve le quotazioni si stabilizzino in quest’area, visto che nell’attuale contesto la Fed potrebbe fermare il rialzo dei tassi per un po’. In prospettiva di medio e lungo termine il quadro resta favorevole al dollaro. Troppe le incognite che la Brexit apre per il futuro del Vecchio Continente.

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