«Occorre una “trasparenza semplice”, perché ciascuno, con prospetti identici in Europa, come ha proposto Il Sole 24 Ore col pieno nostro consenso, sia pienamente consapevole e responsabile delle proprie scelte di investimento». Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, all’assemblea dell’associazione ieri ha ricordato l’impegno del Sole 24 Ore per la trasparenza. E in un passaggio ha sottolineato: «Aveva ed ha ragione Fabrizio Forquet quando scriveva (sul Sole del 12 dicembre) che “occorre tutelare chi ha diritto ed evitare la demagogia”».
Le consultazioni Consob
Patuelli ha ricordato inoltre le consultazioni della Consob per semplificare una maggiore trasparenza e più chiare informazioni. Sottolineando che dovranno uniformarsi al Kid europeo, lo strumento per la trasparenza degli strumenti finanziari approvato definitivamente lo scorso 30 giugno. Proprio oggi su questo tema il supplemento Plus24 descrive le caratteristiche della nuova informativa europea volta a rivoluzionare le regole di trasparenza.
Del resto il presidente dell’Abi aveva citato l’impegno del Sole 24 Ore già quando aveva sollecitato la Consob a prendere chiaramente un’iniziativa in questo senso. E lo stesso presidente dell’authority, Giuseppe Vegas, nel giorno in cui venne presentata la relazione annuale e tenuto il discorso al mercato (9 maggio), ricordò l’impegno del giornale in questo senso. Confermando dunque la necessità dei cinque punti del Manifesto per la tutela del risparmio e dei numerosi interventi che hanno caratterizzato in modo deciso questo quotidiano all’indomani della risoluzione delle quattro banche (Etruria, Carife, Carichieti, BancaMarche).
La relazione con i clienti
Per il presidente Patuelli il tema della trasparenza deve riguardare tanto la documentazione che accompagna i prodotti e i servizi di investimento, proposti e venduti ai risparmiatori, quanto anche la relazione con il cliente che può avvenire sia in Italia sia all’estero.
Ecco perché è auspicabile che in un’epoca caratterizzata dal cosiddetto passaporto europeo (la licenza che devono avere i fondi comuni e le Sicav per essere venduti in Italia) i prodotti dovranno essere dotati di documenti semplici e identici in Europa, facendo sì che il risparmiatore sia pienamente consapevole e responsabile delle proprie scelte di investimento. In questa direzione va anche la consultazione attualmente in corso con la quale la Consob ha sollecitato la semplificazione delle norme italiane ed europee a intervenire per razionalizzare e rendere trasparente l’informativa ai clienti, differenziata anche per strumenti finanziari e per emittenti.
Depositi e obbligazioni
Sul fronte raccolta bancaria, nella relazione 2015-2016 dell’Abi, emerge che «nell’ultimo anno la dinamica dell’ attività di raccolta in Italia ha tenuto». E ancora: «A fine aprile 2016 la raccolta denominata in euro da clientela del totale delle banche italiane, rappresentata dai depositi a clientela residente e dalle obbligazioni (al netto di quelle riacquistate da banche) è risultata pari a circa 1.690,2 miliardi di euro, segnando una variazione annua di -0,2% (-1,6% ad aprile 2015)». Bene anche il margine di intermediazione, dove sono contenute le commissioni provenienti dal settore del risparmio gestito: è aumentato del 3,4% contro il +1% nel 2014. In calo invece il margine da interesse (-4,3% contro il +3,6% del 2014).
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