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Patuelli: il bail-in è incostituzionale

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Patuelli: il bail-in è incostituzionale

  • –Laura Serafini

roma

«Occorre che venga rivista al più presto la normativa sul bail-in che contrasta in parte con la Costituzione». Il presidente dell’ Abi, Antonio Patuelli, ha l’onere di tenere la relazione annuale 2016 proprio nel mezzo della tempesta che sta travolgendo in Borsa Mps e del dibattito sulla necessità o meno dell’ingresso dello Stato nel capitale delle banche e sulla efficacia degli strumenti a disposizione di esse, normativi e finanziari, per cedere a prezzi accettabili i crediti deteriorati, la vera mina nei bilanci degli istituti italiani. Problemi che hanno un’origine antica, che la crisi ha acquisto e che ora il dopo Brexit rischia di portare all’esasperazione.

Patuelli, consapevole dell’importanza di garantire «la solidità patrimoniale anche prospettica» sollecita una soluzione europea delle componenti esogene dell’uragano che sta nuovamente scuotendo il sistema del credito italiano sui mercati finanziari. Il banchiere chiede che sia garantita «la piena trasparenza e l’equilibrata ponderazione scientifica di tutti i rischi bancari relativi al credito e ai derivati»; chiede che la questione del “rischio sovrano” dei titoli di Stato sia risolto in sede del comitato di Basilea.

Quanto alla crescita esponenziale delle norme prodotte da questo comitato da Basilea 2 a Basilea 3, che impone regole declinate in 4.500 pagine, avverte che «non dovrà esistere una Basilea 4 che incrementi ancora le soglie patrimoniali e le burocrazie». E ancora: «Tutti debbono mantenere gli impegni sottoscritti: dopo l’entrata in vigore della vigilanza unica e del meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie è inammissibile che qualcuno metta il veto sulla realizzazione del “terzo pilastro” dell’Unione bancaria, l’assicurazione europea dei depositi. Altrimenti debbono essere ridiscusse tutte le altre basi su cui poggia l’Unione bancaria, come quelle che hanno creato problemi all’Italia».

A livello nazionale Patuelli sollecita maggiori sforzi di modernizzazione normativa, soprattutto perchè «mancano Testi Unici europei», fatto che rende ancora più importante adeguare le regole italiane ai più efficienti standard europei.

Il carbone ardente dei crediti deteriorati riemerge in più fasi. «All’Italia non è stato permesso dalle autorità europee di adottare strumenti di smaltimento dei crediti deteriorati prima introdotti in altre parti d’Europa». Atlante è uno strumento «innovativo», chiosa Patuelli, per incoraggiarne lo smaltimento. «La riduzione dei crediti deteriorati è un obiettivo strategico fondamentale per la ripresa» che però «non deve essere sottovalutato, nè sopravvalutato, come ha ben affermato il Governatore della Banca d’Italia», ha chiosato.

Prima l’elogio alla “rivoluzione bancaria” che vede negli ultimi anni le banche italiane «all’avanguardia nei cambiamenti», con un’Abi che «è l’antitesi della corporazione», e la costruttiva «dialettica con le consapevoli e responsabili rappresentanze sindacali, con le quali abbiamo sottoscritto il nuovo innovativo contratto nazionale di lavoro».

Dichiarazione che raccoglie il plauso del segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, il quale si rammarica però che la visione sia del presidente più che essere «una strategia condivisa di tutti i banchieri».

Poi la stoccata sui casi gravi di malagestione. «Gli scandali delle quattro banche hanno colpito quelle comunità e hanno gravato anche su tutte le altre banche concorrenti e i loro milioni di azionisti con l’esborso straordinario di quasi due miliardi e mezzo di euro. Condividiamo l’indignazione dei risparmiatori truffati e confida nella magistratura - ha detto -. Ma le svalutazioni effettuate sui crediti deteriorati delle quattro banche sono state un esercizio teorico estremo».

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