Kawasaki ha la sfortuna di vincere quando non serve. Da anni è regina incontrastata della Superbike, ma la disciplina versa in un momento poco fortunato e le moto sportive in genere non fanno proseliti sul mercato come invece facevano anni addietro. Così la Ninja, adorata e osannata dagli sportivi più incalliti, non ottiene quello che meriterebbe. Ciònonostante, alla versione nuova presentata l'anno scorso si affianca ora una versione più cattiva chiamata RR: 500 pezzi limitati, colorazione nera opaca, cerchi forgiati, nuovo setting delle sospensioni e motore rivisto.
Altro pezzo da novanta realizzato solo per stupire è la Ninja H2 Carbon, una versione speciale di una moto di per sè già nata specialissima: solo 120 pezzi, tanto carbonio, 220 CV erogati da una sovralimentazione (compressore centrifugo-meccanico), elettronica sofisticatissima tra cui il rivelatore dell'angolo di piega. Sembra arrivare direttamente dall'iperspazio.
Parlando invece di cose più normali, c'è la nuova ZX1000SX, già fatta provare alla stampa e interessante perchè rappresenta forse l'ultima rimasta del segmento sport-tourer.
Quindi ottime prestazioni, capacità di carico e doti da grande passista. Anche la Ninja 650 è da considerarsi invitante, perché eredita nome e look sportivi ma li traduce in modo più gentile per le strade di tutti i giorni.
Motore bicilindrico, seduta non estrema, utilizzo versatile e buon rapporto prezzo/resa. Poi ci sono le novità più attese, ovvero le nude Z, in duplice cilindrata, 650 e 900. Sono loro le protagoniste dello stand verde/nero di EICMA 2016. Più in fianco, meno chiassosa ma non per questo meno interessante, una Versys in miniatura, di 300 cc. Se una cubatura piccola ha meno senso se deve replicare qualcosa di ipersportivo, diventa accattivante invece se serve per regalare guida quotidiana, semplice, facile e per tutte le tasche.
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