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Vicenza e Veneto Banca, proroga per le Offerte ai soci

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BANCHE VENETE

Vicenza e Veneto Banca, proroga per le Offerte ai soci

MILANO - L’ufficialità è arrivata nel pomeriggio. Una volta tirate velocemente le somme delle adesioni fin qui portate a casa e degli appuntamenti con i soci contattati che ancora devono essere evasi, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno comunicato un prolungamento dei termini per poter aderire all’Offerta pubblica transattiva, che avrebbe dovuto scadere oggi, portando la nuova scadenza a martedì 28 marzo, il giorno in cui si svolge nuovo consiglio di amministrazione proprio per fare il punto finale sui dati e, di conseguenza, stimare gli accantonamenti necessari per coprire il rischio rappresentato dalle richieste di risarcimento non ritirate.

Obiettivo 70-75% delle adesioni
La decisione si rende necessaria non solo per guadagnare qualche punto percentuale in più rispetto al già raggiunto 60% di adesioni (percentuale che si riferisce non ai singoli soci, bensì all’ammontare di azioni detenute dai complessivi 169mila azionisti destinatari dell’Opt) - entrambi gli istituti a ieri avevano superato quota 63-65% - e per cercare di raggiungere perlomeno il 70-75% di consensi, ma anche perché c’è una reale concentrazione dei soci “ritardatari”; un folto numero di indecisi che ha scelto di andare in filiale solo in questi ultimi giorni. E, sommati a questi, i soci più forti, enti o società, che hanno atteso fino all’ultimo per capire l’andamento dell’operazione. Tra gli enti istituzionali, ieri ha firmato la proposta di transazione della Banca Popolare di Vicenza anche la Fondazione Banco di Sicilia. Firma importante, visto che, nonostante il numero di azioni esiguo appannaggio della fondazione - si parla di un controvalore di circa 300mila euro -, l’adesione ha un peso considerevole sul territorio siciliano, dove sono molti gli azionisti scottati dal crollo dei titoli dell’istituto berico.

Attesa per la Bce
Intanto, c’è attesa per la valutazione che la Bce darà - forse già questa settimana - ai piani di solvibilità presentati dalle due banche venete, in seguito ai quali la banca centrale definirà anche il fabbisogno patrimoniale necessario per andare avanti. In base al responso della Bce, sarà poi l’Antitrust europeo a decidere se le banche sono meritevoli della ricapitalizzazione precauzionale, e quindi se potranno far entrare lo Stato nel capitale; la decisione riguarda entrambe le banche, ma potrebbe anche succedere che, ipotesi di cui si parla sempre piùfrequentemente tra gli analisti stranieri, venga concessa la ricapitalizzazione a una sola delle due, che potrebbe essere Veneto Banca.

L’ipotesi di fusione, infatti, è sempre meno scontata (anche se resta l’unica àncora di salvataggio per rilanciare i due istituti). Si inserisce in questo scenario l’improvvisa “riapparizione” dell’associazione dei Grandi Soci “Per Veneto Banca” che nei giorni scorsi è tornata a ribadire il suo «no» alla fusione con Popolare di Vicenza, dichiarando al Corriere del Veneto che «Veneto Banca ha più possibilità di salvarsi e trovare acquirenti da sola. Si fosse percorsa la vendita un anno fa con realtà come Bper, si sarebe evitato il fuggi fuggi dei clienti».

Il giudizio di Standard & Poor’s
Anche Standard & Poor’s ha espresso ieri una valutazione su Veneto Banca, indicando che «la richiesta di aiuto statale presentata da Veneto Banca non ha impatto sul rating o sull’outlook della banca». L’agenzia ritiene molto fragili i profili finanziario e di business di Veneto Banca, come dimostra la valutazione stand alone “ccc+”. Al tempo stesso S&P ritiene che il sostegno governativo sarà sufficiente a ristabilire la patrimonializzazione della banca, sia stand alone sia nel caso di fusione con la Popolare di Vicenza. In ogni caso, l’outlook resta negativo, in quanto riflette la possibilità che le autorità di sorveglianza ritengano la banca «non più solvibile» e quindi soggetta alla procedura di risoluzione nell’ambito della European Bank Recovery and Resolution Directive.

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