Se riparatori e commercianti non sono abituati a verificare che i veicoli di cui si occupano abbiano richiami in sospeso, è perché storicamente queste verifiche sono sempre state difficili. Lo sono anche oggi, a quasi 17 anni dall’istituzione dell’Albo dei richiami (tenuto dal ministero delle Infrastrutture e trasporti), che non di rado è criptico e confuso perché le informazioni provenienti dai costruttori non sono rese fruibili e omogene. E ci sono casi in cui non vengono nemmeno inviate al ministero, che non risulta abbia mai assunto iniziative per imporre il rispetto delle procedure. Ma chi tra gli operatori volesse mettersi al sicuro verificando i richiami avrebbe comunque qualche strumento.
Lo stesso Albo genera ogni sei mesi un bollettino che è di più facile consultazione.
Inoltre il sito dell’Unrae (l’associazione delle case estere), all’indirizzo https://www.unraeservizi.com/richiami_utente/, permette l’interrogazione per marca e telaio, anche se è anch’esso alimentato dagli incompleti dati ministeriali . Le informazioni reperibili sul sito Unrae, poi, si riferiscono solo ai richiami dell’anno in corso: a fine anno le informazioni vengono cancellate e si riparte da zero. Questo «per motivi di spazio della memoria del sistema», spiegato il responsabile di Unrae Servizi, Antonio Salvatore.
Alla fine, per superare tutti questi problemi, occorrerebbe mettera in atto una serie articolata di misure:
obbligo legale e con sanzioni effettive per le case di trasmettere entro poche settimane al ministero le notizie sui richiami;
obbligo, sempre per le case di aprire le informazioni sui richiami a tutti i riparatori, applicando pienamente il Regolamento Ue 461/2010 (ex Monti);
obbligo per le officine autorizzate alla revisione obbligatoria periodica di controllare se il veicolo abbia effettuato le bonifiche per richiami, tenendone sospeso l’esito della revisione in caso negativo;
campagna di informazione ai consumatori sul rischio di vedersi applicare dalle assicurazioni la rivalsa in caso di incidente (anche quando si ha ragione), se il proprio veicolo non è stato ancora portato in officina dopo che il costruttore ne ha disposto un richiamo.
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