Lettere di compliance, ravvedimento e tutta l’attività di prevenzione dell’evasione valgono fino a 550 milioni. È quanto prevede la convenzione tra dipartimento delle Finanze e agenzia delle Entrate siglata ieri sull’attività della macchina fiscale nel triennio 2017-2019. Un risultato che dovrà dare un contributo al raggiungimento dei 15,7 miliardi complessivi che il ministero dell'Economia chiede alle Entrate come maggior gettito da destinare per l’anno in corso al bilancio dello Stato sotto la voce lotta all’evasione (si veda quanto anticipato ieri).
Nell’area prevenzione il documento sottoscritto fissa l’obiettivo di incrementare del 10% i versamenti da dichiarazioni integrative presentate nel 2017 e riferite ai periodi d’imposta dal 2012 al 2015. Un target che dovrebbe essere costante anche per il 2018 e il 2019. Per raggiungerlo la strategia passerà anche dalle nuove lettere di comnpliance inviate dalle Entrate secondo il nuovo schema d’azione del «cambia verso». Sotto osservazione, tra gli altri, i contribuenti che hanno indicato erronamente compensi o ricavi, redditi e volume d’affari o della produzione. Nei primi mesi del 2017 sono già state recapitate circa 570mila segnalazioni di anomalie, grazie ai riscontri effettuati ad esempio con lo spesometro o con le altre informazioni pervenute all’Anagrafe tributaria.
Di fatto, si punta a incentivare il dialogo preventivo (ossia prima del controllo vero e proprio) con il contribuente e allo stesso tempo ad aumentare il livello di compliance e di versamento spontaneo nell’ottica del gettito fiscale. Una strategia già collaudata e che ha mosso i primi passi negli ultimi due anni. In particolare, nel 2016 gli alert partiti dalle Entrate sono stati oltre 533mila con un feedback, ossia un tasso di modifica del comportamento da parte di cittadini e imprese, che si è attestato in media intorno al 42 per cento. Va segnalato, però, il picco relativo alle comunicazioni sulle dichiarazioni Iva con il 72% dei 60mila contribuenti raggiunti da lettere che hanno deciso di regolarizzare la propria posizione. In termini di incassi (secondo quanto riportato anche nella relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dello Stato) i ravvedimenti hanno portato complessivamente 478 milioni, in questa cifra sono compresi anche i 128,6 milioni “indotti” dalle lettere di compliance ( il 31% del totale).
Ma i risultati dell’area prevenzione passeranno anche dalla crescita progressiva della cooperative compliance: le adesioni al regime caratterizzato da accordi preventivi tra Fisco e multinazionali dovranno rappresentare rispetto alla platea potenziale di riferimento il 20% nel 2017, il 35% nel 2018 e il 50% nel 2019. Stesso discorso per il ruling internazionale, per il quale la quota di esame delle istanze presentate negli ultimi due anni dovrà essere crescente dal 50% al 70% nel triennio.
Sullo sfondo restano le forti perplessità dei sindacati sul nuovo sistema di incentivazione, che in una nota congiunta (Confsal Salfi, Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa e Flp) è stato ritenuto inadeguato e da correggere.
© Riproduzione riservata