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Dossier Contachilometri truccato, rischierà anche chi fa la revisione

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Dossier | N. 509 articoliCircolazione stradale

Contachilometri truccato, rischierà anche chi fa la revisione

(Agf creative)
(Agf creative)

Era stato accolto come un modo per moralizzare il mercato dell’usato. Ora che l’obbligo di rilevare in sede di revisione il chilometraggio segnato dal contachilometri del veicolo sta lentamente entrando a regime, ci si accorge che le manomissioni dello strumento di bordo restano possibili e l’unico suo effetto evidente rischia di essere la corresponsabilità del revisore col precedente proprietario quando il mezzo viene rivenduto.

(Fotogramma)

Finora l’obbligo di indicare il chilometraggio è stato preso sottogamba dai centri revisione: basta consultare la banca dati pubblica del Portale dell’automobilista (della Motorizzazione) per accorgersi che in molti casi omettono il dato. Entro maggio 2018 dovrà essere introdotto il certificato di revisione (si veda «Il Sole 24 Ore» del 4 luglio), che riporterà anche il chilometraggio rilevato, andrà tenuto a bordo e dovrà seguire il veicolo nel caso venga rivenduto. Quindi, un documento che fa fede versol’acquirente.

Proprio questo mette il centro revisioni in una posizione di maggior responsabilità rispetto al passato: il certificato può portare l’acquirente a ritenere che il veicolo abbia requisiti che in realtà potrebbe non avere, se il chilometraggio reale fosse sensibilmente superiore a quello che figura nel documento (si veda anche l’articolo sopra). E il revisore, essendo un professionista, ha molti più mezzi rispetto all’acquirente per capire se un veicolo è stato “schilometrato”. Così un acquirente che scoprisse la truffa potrebbe chiamare a risponderne non solo il precedente proprietario, ma in parte anche il revisore.

A quest’ultimo non resterebbe che provare a dimostrare che la sua responsabilità è minima, date le oggettive difficoltà che comporta l’accertamento del chilometraggio reale. Infatti, ci sono casi in cui il veicolo è o viene rimesso in condizioni apparentemente compatibili con quanto risulta dal contachilometri. L’unico modo sicuro per accorgersi dell’incongruenza è disporre di dati attendibili sulla precedente vita del veicolo. Che difficilmente sono i chilometraggi annotati durante le precedenti revisioni: non sempre sono stati registrati ed è noto che c’era anche la prassi di segnare cifre qualsiasi, giusto per riempire la relativa casella.

Esistono invece strumenti in grado di collegarsi con le centraline di bordo del veicolo e leggervi i dati legati al chilometraggio. Uno dei più completi è uno strumento svizzero che, per 3.900 euro, legge non solo la centralina del cruscotto e quella principale del motore, ma anche le unità “secondarie” (come quella che conta gli interventi di manutenzione effettuati e quella che segnala la percorrenza residua possibile prima di dover cambiare il filtro antiparticolato), in modo da scoprire le incongruenze fra i dati che ci sarebbero se chi ha truccato il contachilometri avesse manomesso una o più centraline. Così il centro revisioni ha un modo per dimostrare di aver fatto il possibile per certificare il chilometraggio correttamente.

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