Il problema sembra rinviato, ma esiste: le polizze Rc auto rischiano di subire un rincaro perché potrebbe essere necessario coprire i disavanzi del Fondo di garanzia vittime della strada.
La necessità è già stata ravvisata dalla Consap, società pubblica cui è affidata la gestione del fondo. Ed era stata anticipata a luglio 2017, nella relazione della Corte dei conti sul bilancio 2015, che prevedeva saldi economici negativi anche per i due esercizi successivi. Ma il ministero dello Sviluppo economico, cui ogni anno spetta determinare l’aliquota, non ha accolto la proposta della Consap di innalzare l’aliquota contributiva dall’attuale 2,5% del premio al 4% (il massimo) già dal 2018.
Il Fondo copre i danni da incidenti con veicoli non identificati, non assicurati, rubati o coperti da compagnie in liquidazione coatta amministrativa. Il Dm del 16 gennaio scorso, che conferma il 2,5%, dà conto che ci sono stati «progressivi disavanzi di bilancio che hanno ridotto il patrimonio netto del Fondo negli ultimi tre esercizi». Ciò non è bastato per “convincere” il ministero ad alzare l’aliquota. Il Dm non ne spiega i motivi e il dicastero non ha rilasciato dichiarazioni.
Dato che la Consap propone aumenti solo quando tutti i parametri da considerare inducono a ritenere che il patrimonio possa essere intaccato, è probabile che la decisione del ministero indichi solo la volontà politica di evitare rincari di tariffe nevralgiche come quelle della Rc auto. Tanto più in periodo elettorale. Ma i presupposti tecnici per un aumento restano e quindi il problema pare destinato a riproporsi l’anno prossimo.
Stando alla relazione della Corte dei conti, «il disavanzo d’esercizio è dovuto essenzialmente all’aumento delle uscite per indennizzi» e «alla contestuale diminuzione dell’incasso complessivo per contributi». Fenomeni dovuti all’aumento dei veicoli che circolano senza assicurazione. E nel 2015 i sinistri causati da questi mezzi hanno segnato «il picco più alto dell’ultimo decennio».
Ci sono stati picchi anche in passato (si veda la scheda qui a destra), ma non avevano portato a chiedere aumenti dei contributi perché erano stati ammortizzati da altri fattori. Per esempio, dagli ingenti incassi per sanzioni comminate dall’Isvap (ora Ivass) alle compagnie. Ora le compagnie hanno migliorato la velocità di liquidazione nella Rc auto e quindi le sanzioni sono diminuite.
Ciò ha probabilmente limitato l’effetto delle operazioni di efficientamento messe in atto. Innanzitutto l’accordo Consap-Equitalia, che da qualche anno consente di rivalersi sui responsabili degli incidenti utilizzando le procedure di riscossione di natura pubblicistica, ben più efficaci di quelle ordinarie privatistiche: l’emissione di una cartella consente di far scattare il fermo amministrativo (le “ganasce fiscali”) dei veicoli e/0 l’ipoteca degli immobili intestati al debitore. Altra operazione è stata la limatura delle percentuali dei compensi a forfait percepiti dalle compagnie che gestiscono i risarcimenti erogati dal Fondo.
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