La rifusione della direttiva 2004/52 amplia l’uso del telepedaggio se ci si trova all’estero. La versione su cui il Parlamento ha trovato un accordo lascia il mercato ai sistemi attuali, che hanno un apparecchio a bordo (quelli a microonde tra cui l’italiano Telepass, quelli con Gsm e i satellitari); quelli futuri, basati sulla lettura della targa (Npr) che permettono l’esazione senza caselli (free flow), sono previsti, ma solo dopo una valutazione d’impatto. «Il progresso va applicato per gradi – dice il relatore della nuova direttiva, l’italiano Massimiliano Salini -. Il free flow della Pedemontana lombarda dimostra che il tasso di mancati pagamenti è molto superiore alla media. Prima va costruito un sistema capillare per rendere disponibile a tutti un mezzo di pagamento e illustrarlo bene al pubblico».
Finora la reale diffusione del telepedaggio è stata ostacolata dall’obbligo per ciascun operatore di coprire tutto il territorio Ue in appena 24 mesi. Il nuovo testo dà invece 36 mesi per coprire quattro Stati, in uno solo dei quali si dovrà completare la copertura in 24 mesi. Dal calcolo è escluso l’uso del telepedaggio per l’accesso in aree urbane a pagamento: esso è stato previsto dalla nuova direttiva, ma solo se l’ente locale interessato lo richiede e comunque non vale ai fini della copertura territoriale. «Diversamente – spiega Salini – la diffusione del telepedaggio sarebbe rimasta impossibile».
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