Potrebbero partire già entro l’estate gli sconti “obbligatori” sull’assicurazione Rc auto per chi ha la scatola nera: il ministero delle Infrastrutture ha messo in pubblica consultazione sul proprio sito internet la bozza del decreto che fissa le caratteristiche tecniche di questi dispositivi. Restano alcuni dubbi da chiarire e alcune criticità per la privacy, ma quantomeno potranno diventare operativi sconti che si è cercato di introdurre dal 2012 e per i quali solo un anno fa - nella legge sulla concorrenza (la 124/2017) - è stata trovata una formulazione giuridica meno problematica di quelle proposte in precedenza.
La pubblica consultazione è stata avviata il 9 luglio, data in cui sono entrati in vigore i criteri di calcolo dello sconto, rimasti però inapplicabili senza questo Dm. Così a tutt’oggi gli sconti sono quelli liberamente fissati dalle compagnie (anche se va detto che i criteri di calcolo obbligatori si basano proprio sui ribassi praticati liberamente, nell’ultimo triennio).
Il ministero pare avere una certa fretta: ha lasciato appena 15 giorni (contro i 30 o 60 consueti in questi casi) ai soggetti interessati per far pervenire le osservazioni, che così potrebbero essere meno numerose di quanto l’importanza della posta in gioco lascerebbe ritenere. Quindi, le decisioni su quali modifiche apportare al testo potrebbero essere piuttosto veloci, tanto da portare a un’emanazione entro settembre.
La bozza del Dm si sforza di tener conto delle possibili evoluzioni. Quindi, come approfondiamo nell’articolo qui a fianco, vengono fissati solo un principio-cardine (quello della non ripudiabilità dei dati) e alcuni requisiti tecnici.
In pratica, ciò si traduce nel fatto che, oltre alla scatola nera vera e propria, il Dm introduce la definizione di «ulteriori dispositivi», nei quali si intuisce possano essere compresi anche i futuri telepass, navigatori e smartphone, eventualmente anche “in dialogo” con la strada (smart road, cioè dotata di sensori e sistemi che consentono di trasmettere e ricevere segnalazioni e altri input dai veicoli in transito come il Dm 70/2018 del 28 febbraio richiede per la rete stradale di rilevanza europea, si veda «Il Sole 24 Ore» del 29 giugno). Ciò significa anche facilitare il superamento dell’attuale bonus-malus, a favore di un sistema che fa pagare ciascuno per quanto e come usa il proprio veicolo e/o altri mezzi (come nel caso del car sharing).
Insomma, si è cercato di tenere conto delle esigenze di tutti gli operatori e di non porre limiti all’evoluzione della tecnologia. Tanto che il Dm non affronta esplicitamente questioni legate alla privacy, che pure erano state sollevate nel 2015 dal Garante. Gli unici paletti, almeno per ora, restano quindi quelli previsti dalla legge sulla concorrenza, che vieta raccolta e utilizzo di dati sproporzionati rispetto alla finalità tariffaria e di ricostruzione degli incidenti che sono riconosciute a scatola nera e affini. Ma è un divieto relativo, perché si riconosce la possibilità che si faccia firmare all’assicurato un consenso affinché i suoi dati vengano utilizzati in modo ben più esteso, d fatto profilandolo per svariate finalità. Sarà interessante vedere quali saranno gli sconti supplementari che le compagnie proporranno in cambio di questa rinuncia alla privacy.
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