Il primo turno delle elezioni presidenziali brasiliane ha decretato il netto vantaggio di Jair Bolsonaro, il candidato del Partido Social Liberal che piace ai mercati. Bolsonaro, infatti, a fronte di un forte conservatorismo sociale , ha un’agenda economica che parla di privatizzazioni, deregolamentazione e decentralizzazione dai poteri centrali. Però qualche analista finanziario ha già alzato il sopracciglio dopo la sua precisazione sulle privatizzazioni, che non riguarderanno società strategiche per lo Stato.
Viceversa, lo sfidante della sinistra Fernando Haddad non è molto gradito agli investitori internazionali. Haddad, ex sindaco di San Paolo, è esponente del partito laburista (Partido dos Trabalhadores) e si è presentato alle elezioni un
mese fa, dopo che la giustizia brasiliana ha dichiarato l’ex Presidente Ignacio Lula da Silva non candidabile (è in carcere per corruzione). Haddad, infatti, ha glissato sulle riforme ausipacabili per traghettare il Paese più grande del Sudamerica fuori da una profonda recessione.
Le aspettative su Real e Bovespa
Il Brasile, però, ha un doppio deficit che richiede interventi: un debito all’80% del Pil salito molto di recente, e un deficit di bilancio che va verso il 7% e rende difficile onorare gli impegni pubblici. Ne ha fatto le spese il Real, la moneta brasiliana che da gennaio ha perso un quinto del proprio valore; la Borsa di San Paolo, invece, dopo la carambola del primo semestre, ha iniziato a scontare la ripresa economica e da giugno è in rimonta del 18%, anche grazie ai sondaggi a favore di Bolsonaro. “Vediamo la presidenza di Bolsonaro - spiegano da Marzotto Sim - come un fattore positivo per gli asset brasiliani e ci aspettiamo che valuta, obbligazioni e azioni continuino il loro rally nei prossimi mesi. La relazione con il suo consulente economico Paulo Guedes, formato all’Università di Chicago e sostenitore di privatizzazioni di massa, sarà
osservata attentamente dai mercati, perché Guedes è la principale ragione per cui Bolsonaro è percepito come amico dei mercati, piuttosto che come un altro populista”.
In caso di vittoria a sorpresa di Haddad, viceversa, gli analisti si attendono una correzione del listino di San Paolo. Un ribaltamento del risultato elettorale nel ballottaggio del 28 ottobre prossimo non è escluso, anche per le possibili alleanze dei partiti rimasti nelle retrovie nella corsa ai seggi. La reazione sui parterre non è scontata e l’incertezza la fa da padrona. Michiel Verstrepen, economista di Degroof Petercam, ritiene che chiunque sarà il vincitore si troverà di fronte a una sfida, perché la recessione brasiliana non è ancora sventata, e ci vorranno molti anni perché la traiettoria del debito possa essere significativamnete modificata.
Marzotto Sim intravede “un potenziale di crescita per le grandi aziende gestite dallo Stato, come Eletrobras, Petrobas e Banco do Brasil, scambiate a poco nonstante il recente rally e che guadagneranno di più anche su una piccola speranza di privatizzazione”.
Mike Hugman, gestore del team emerging markets di Investec AM, ritiene invece che sia preferibile mantenere un’esposizione neutrale al Brasile per via della grande incertezza, sebbene evidenzi che una possibile vittoria di Bolsonaro possa spingere l’indice azionario Bovespa in modo molto più forte di quanto atteso.
La volatilità si farà sentire da qui al ballottaggio, secondo Paul Greer, gestore di Fidelity:” Sono indubbiamente le elezioni più divisive mai registrate nella storia democratica del Brasile e mettono in evidenza la profonda polarizzazione delle dinamiche politiche interne avvenuta negli ultimi mesi. La campagna elettorale è stata dominata da temi come la sicurezza e la corruzione, che hanno alimentato il voto anti-establishment. Anche se Bolsonaro è in una posizione particolarmente forte, prevediamo che le prossime 3 settimane saranno caratterizzate da volatilità, sia nei sondaggi che sui mercati, poiché l'avversione tanto nei suoi confronti quanto in quelli di Haddad è molto elevata negli schieramenti opposti. I sondaggi iniziali per il ballottaggio saranno estremamente importanti poiché il mercato inizierà a comprendere la portata del voto di trasferimento dai candidati perdenti. La grande abilità di Haddad nei dibattiti e la parità di tempo in TV concessa a lui e a Bolsonaro sono altri due fattori chiave da monitorare”.
Il Brasile e la guerra commerciale
C’è poi la questione della guerra commerciale, che lega con un filo sottile i mercati in via di sviluppo e che ha pesato sulle quotazioni. “Una crescita della Cina superiore alle attese - precisa Martin Marinov, gestore obbligazionario di Raiffeisen Capital Management - potrebbe supportare il prezzo delle materie prime e sortire un effetto positivo sull’economia brasiliana”.
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