Jair Bolsonaro ha trionfato oggi nel primo turno delle elezioni presidenziali in Brasile, con il 46,27% dei voti e staccando Fernando Haddad
(28,95%), e affronta ora un ballottaggio contro l'erede di Lula da Silva, previsto per il 28 ottobre, come candidato superfavorito.
Questo il risultato con il 98,7% dei voti scrutinati. Bolsonaro ha detto che sarebbe stato proclamato presidente dopo il voto
di domenica, se non fosse per numerose irregolarità registrate nell'uso delle urne elettroniche. «Abbiamo ricevuto molte denunce:
uno votava solo per il governatore e si chiudeva la scheda, oppure uno schiacciava l'1 e appariva da solo un candidato della
sinistra. I reclami sono stati veramente tantissimi», ha detto Bolsonaro in un Facebook Live.
Seduto accanto al suo consigliere economico, Paulo Guedes, Bolsonaro ha sottolineato che «il Brasile è ormai al bordo dell'abbisso»,
perché la classe politica ha fatto «affondare il paese nella sua peggiore crisi economica ed etica» per cui «è necessario
togliere lo Stato da addosso a chi produce». «È un lavoro difficile, certo, ma non possiamo continuare a fare le stesse cose
fatte durante gli ultimi trent'anni», ha aggiunto l'ex militare, secondo il quale «avremo la
responsabilità di decidere quali saranno i settori strategici del paese» perché «non vogliamo consegnare il nostro patrimonio
a nessun'altra nazione».
Bolsonaro ha sostenuto che il fatto di essere arrivato al secondo turno è «già una vittoria di per sé», avvertendo che la
campagna per il ballottaggio del 28 ottobre «non sarà facile», perché i suoi rivali «hanno miliardi a disposizione».
Gli altri risultati
I primi risultati confermano anche altre tendenze rivelate da sondaggi precedenti: Ciro Gomes (centrosinistra) è rimasto bloccato
al 12% e gli altri candidati principali, come Geraldo Alckmin (centrodestra) e Marina Silva (ambientalista) sono crollati
al di sotto del 10%.
Il Pt resiste però nel suo tradizionale feudo del Nordest del Brasile: nei nove stati che riuniscono alcune delle regioni più povere del paese, Haddad è in testa con risultati che raggiungono anche il 60%, e i candidati del Pt e dei partiti alleati vedono assicurate le loro poltrone di governatori. Cocente delusione per il partito di Lula, invece, nel Minas Gerais, nel sudest del paese, dove l'ex presidente Dilma Rousseff sarebbe arrivata al quarto posto - secondo gli exit poll - e dunque non occuperebbe nessuno dei due seggi del Senato in gioco nello stato.
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