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Dossier Vietato guidare l’automobile con targa estera di un parente

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Dossier | N. 509 articoliCircolazione stradale

Vietato guidare l’automobile con targa estera di un parente

Ansa
Ansa

Con la conversione in legge del decreto sicurezza (Dl 113/2018), votata ieri dalla Camera, in Italia diventa vietato anche guidare l’auto di un parente, di un amico o di un collega che abitano all’estero. È un effetto collaterale, probabilmente indesiderato, della stretta inserita nel Codice della strada contro i “furbetti della targa estera”. Una stretta che però non riguarda i casi più rilevanti: quelli di chi prende auto in leasing o noleggio da operatori esteri auto: generalmente sono persone ricche che scelgono modelli di valore sottraendosi soprattutto al Fisco. Così ieri è passato un ordine del giorno che impegna il Governo a rivedere questo aspetto.

Il problema sulle auto di parenti, amici e colleghi deriva da come è strutturato il comma 1-bis introdotto nell’articolo 93 del Codice: divieto di circolare con un veicolo immatricolato all’estero, per chi risiede in Italia da oltre 60 giorni. Un divieto indiscriminato, da cui sono esclusi solo quelli in leasing o noleggio senza conducente acquisiti in base a un contratto stipulato con un operatore di un altro Stato della Ue o del See (Spazio economico europeo) che non abbia sedi secondarie o effettive in Italia e quelli concessi in comodato da imprese Ue o See a residenti in Italia legati a loro da un rapporto di lavoro o di collaborazione.

Né si potrà sostenere di trovarsi in una di queste situazioni escluse e riservarsi di dimostrarlo in un secondo momento: la norma impone che a bordo del veicolo si trovi un documento di data certa (per esempio, autenticato da un notaio) che attesti il rapporto fra il conducente italiano e l’intestatario estero. In caso contrario, «la disponibilità del veicolo si considera in capo al conducente». Una formulazione che parrebbe anche escludere la consueta possibilità per gli agenti di assegnare un termine entro cui esibire la documentazione mancante (articolo 180, comma 8, del Codice).

La stretta va invece a dare una legittimazione definitiva agli evasori fiscali. Perciò il Governo ha accolto l’ordine del giorno presentato dal deputato Alberto Pagani (Pd), che lo impegna a prevedere l’obbligo di ritargare in Italia in caso di leasing o noleggio esteri o a vietare la circolazione dei veicoli in questione. Il Governo non lo aveva previsto perché temeva una procedura d’infrazione Ue, ma l’ordine del giorno segnala tre sentenze della Corte Ue (cause C-242/05, C-552/15 e, soprattutto, C-451/99) in cui i giudici ritengono legittimo l’obbligo di reimmatricolazione nazionale.

Il Governo non si è impegnato sui tempi di questa eventuale modifica. Un invito a provvedere sta per arrivargli da tutte le associazioni della filiera automobilistica: in particolare, le società di leasing e noleggio rischiano di dover smantellare le sedi italiane. Infatti, per com’è ora la norma, ai clienti conviene rivolgersi all’estero.

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