Non sarà una trattativa semplice quella che si sta preparando con il Mef, ma l’Aci ritiene di avere tutte le carte per condurla in porto con successo. Si tratta di esentare dalla tassa di possesso le autovetture con più di 20 anni, ma solo se hanno particolari caratteristiche di «rarità e storicità».
«È arrivato il momento – spiega il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani – di correggere quanto prevedeva la Finanziaria del 2016, che è tornata ad assoggettare alla tassa di possesso tutte le autovetture immatricolate da oltre venti anni, senza alcuna distinzione».
In sostanza, hanno dovuto pagare il bollo sia auto degli anni Ottanta come la Ferrari Testarossa che ha un pedigree sportivo indiscusso sia modelli di grande serie come la Croma o la Uno. Sticchi Damiani conosce bene il problema. Ingegnere e pilota di rally negli anni Settanta, è da sempre un grande appassionato di auto storiche e ha partecipato all’ultima Targa Florio Classic 2018 con la sua Aurelia B24 Spider. Secondo Sticchi Damiani, nella difesa del patrimonio motoristico italiano l’elemento chiave è la credibilità delle proposte e tutto passa attraverso l’accettazione della lista chiusa delle auto ultraventennali da esentare dal bollo.
Ma cosa significa esattamente che un’auto è rara? L’aggettivo si adatta soltanto a quelle auto da collezione che «rispondano a determinate caratteristiche di pregio sportivo e tecnico». La lista Aci è già stata stilata e nella Finanziaria 2000 (quella che aveva introdotto le agevolazioni sul bollo per i veicoli con oltre venti anni di vita) era prevista. Ma l’Asi (Automobilclub storico italiano) non l’ha applicata. Perciò sono in corso contatti con Mef e ministero delle Infrastrutture per condividere il concetto di lista chiusa.
Per compensare la riduzione di gettito, si sta pensando di riassegnare le targhe originali alle auto d’epoca radiate (cosa oggi impossibile, per il disappunto degli appassionati). Targhe che potranno ritornare ad essere applicate sulle vecchie auto dietro il pagamento di 1.000 euro. Misure per tutelare un settore, quello del motorismo storico, che secondo alcune stime vale circa 2,2 miliardi di euro.
Un’altra battaglia che l’Aci attraverso Aci storico sta conducendo è quella degli accessi ai centri storici: «le auto d’epoca – dice il presidente dell’Aci – vengono usate raramente solo per manifestazioni, il loro impatto sull’inquinamento è insignificante: non ha senso relegarle nei garage quando la gente apprezza vederle in giro». A Milano si sono concordati 25 pass annuali per portare nel centro storico le auto d’epoca ma solo per raggiungere i meccanici o partecipare a raduni. «È troppo poco – dice Sticchi Damiani _ si tratta di opere d’arte viaggianti che contribuiscono a valorizzare i centri storici».
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