Da gennaio chi deve pagare il bollo auto e si trova fuori dal territorio della regione in cui risiede dovrà trovare un punto di esazione collegato col nuovo sistema PagoPA ed effettuare il versamento con moneta elettronica. Con la conseguenza che spesso dovrà pagare anche il costo della transazione e, in caso di errori, non potrà più far annullare l’operazione in giornata.
Sono le conseguenze di quello che finora è un punto fermo del disegno di legge di Bilancio: lo stop alle compensazioni degli incassi tra le Regioni. La prassi seguita finora prevedeva che ogni sportello riversasse le somme riscosse alla propria Regione, che poi avrebbe tenuto conto della parte versata da non residenti e l’avrebbe compensata con i pagamenti effettuati altrove da propri residenti. Un meccanismo difficoltoso, tanto che a luglio la Conferenza delle Regioni ne ha deciso l’abolizione.
L’unico sistema per consentire di pagare anche a chi si trova “fuori casa” è aderire a PagoPA, il sistema costituito dall’Agenzia per l’Italia Digitale, che comprende vari operatori (tra cui banche ed esercizi commerciali) non sempre attrezzati per riscuotere i contanti. Ciò non implica che i punti di riscossione del bollo auto attualmente abilitati debbano passare a PagoPA: la normativa di settore (leggi 449/1997 e 448/1998 e Dm Finanze 418/1998) non è stata abrogata. Ma chi non aderisce non può incassare da soggetti fuori regione.
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