Il progetto del nuovo ponte autostradale di Genova dovrebbe essere modificato rispetto ai disegni e ai plastici mostrati sinora: così com’è, conserva le curve del vecchio tracciato dell’A10, troppo strette per le norme geometriche di costruzione delle strade, fissate dal ministero delle Infrastrutture nel 2001 (decreto n. 6792 del 5 novembre di quell’anno) oggi guidato da Danilo Toninelli.
Teoricamente il problema non si pone: il decreto Genova prevede che la ricostruzione del viadotto Polcevera possa avvenire in deroga a tutte le norme non penali. Ma non si escludono modifiche ai progetti, per ragioni di sicurezza e responsabilità: se in futuro accadessero incidenti dovuto proprio al tracciato, potrebbero nascere complicati contenziosi. Che potrebbero coinvolgere anche il gestore dell’autostrada, anche se la ricostruzione è avvenuta sotto la direzione di un commissario nominato dallo Stato.
Il contenzioso che è già in corso, avviato dall’attuale gestore (Autostrade per l’Italia) il 14 dicembre con un ricorso al Tar Liguria, non riguarda questi aspetti. È incentrato sulla presunta illegittimità del decreto di nomina del commissario.
Secondo le norme del 2011, non è possibile avere rettilinei troppo lunghi, anche per evitare la monotonia della guida, che induce a distrazione e colpi di sonno. Inoltre, le curve devono essere di raggio ampio, sia per rendere la guida facile per tutti gli utenti sia per conservare una visibilità analoga a quella possibile in rettilineo.
Queste esigenze si traducono in alcuni requisiti numerici. Per i rettilinei lunghi oltre 300 metri, il raggio della curva deve essere di almeno 400 metri. Sul tracciato originario, il viadotto è un rettilineo di 800 metri e la curva verso ovest ha un raggio di poco più di 300 metri, mentre a est ci sono le rampe di svincolo per l’A7, che hanno un raggio di circa 100 metri.
Inoltre, la velocità di progetto delle curve non può essere inferiore di oltre 10 km/h rispetto a quella del rettilineo adiacente (condizione comunque meno cogente perché più difficile da rispettare).
Il problema del tracciato, a quel che se ne sa, è stato tenuto in considerazione solo nel progetto presentato dalla Pizzarotti, dove il ponte ha una pianta a forma di S, per allargare il raggio delle curve.
Comunque il progetto che ha vinto può essere rapidamente corretto: è solo un preliminare e la ricostruzione non inizierà prima di marzo. Verosimilmente non si era tenuto conto delle norme geometriche perché sono stati mobilitati più ingegneri strutturisti piuttosto che specialisti di costruzioni stradali.
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