Al via il 7 gennaio le iscrizioni alle prime classi di ogni ordine di scuola. E quasi la metà dei ragazzi chiamati a scegliere la scuola secondaria
di secondo grado (il 44%) non ha ancora le idee chiare. È quanto emerge dalla ricerca effettuata su quattromila studenti di
scuola secondaria di primo grado (la cosiddetta terza media), condotta da Skuola.net, in collaborazione con Radio24. L'anno scorso, quando le iscrizioni il dato degli indecisi si fermava al 36%.
Per quanto riguarda l'orientamento, sembrano migliorare le attività organizzate dalle scuole: quasi 9 studenti su 10 (l'87%)
hanno partecipato a incontri mirati (nel 2017 erano l’80%).
Orientamento che è dunque entrato nel dna delle scuole, ma i cui contenuti vanno migliorati. Il 22% dei ragazzi non vi ha trovato alcuna utilità e solo per 1 su 3 è stato decisivo ai fini della scelta. Anche se, poi, appena il 19% afferma di voler seguire il consiglio
orientativo. Molto più importante infatti resta il parere della famiglia, almeno per il 37% dei ragazzi intervistati. Mentre il 20% ha fatto tutto da sé, raccogliendo informazioni sul web.
Molti i ragazzi e le famiglie che per conoscere l'offerta formativa delle scuole partecipano agli open day. Il 46% dei ragazzi ha partecipato a più di un'iniziativa, il 24% si è fermato al primo.
Ma, alla fine, secondo il sondaggio, 2 studenti su 3 andranno al liceo, il 21% preferirà l'istituto tecnico, il 9% un istituto professionale, il 4% un corso regionale di formazione professionale.
Un dato che, però, non è omogeneo su tutto il territorio nazionale. Al Sud resiste il blasone dell'istruzione liceale (ci andrà il 71%), mentre al Nord salgono le quotazioni degli istituti tecnici, più rivolti al mondo del lavoro: in quest'area si iscriverà 1 studente su 4.
La scelta dell'indirizzo è influenzata anche dalle aspettative che i ragazzi ripongono nell'istruzione secondaria superiore. La maggior parte (53%) sostiene di aver già in mente il lavoro che vorrà fare da grande. Ma una quota altrettanto elevata (55%) ha paura di non riuscire a trovarlo alla fine degli studi (sia che in tasca abbia
il diploma o la laurea). Così, il 26% degli intervistati si aspetta dal quinquennio che ha davanti proprio che gli lasci aperte più porte possibili (di lavoro o studio); l'11% che il diploma gli dia già gli strumenti giusti per trovare subito un'occupazione. Cresce poi il numero di ragazzi che vede il proprio futuro, lavorativo o universitario,
proiettato fuori dall'Italia: per il 38% è una possibilità, per il 24% praticamente una certezza.
La scuola secondaria è vista come importante per il lavoro che si andrà a fare per 9 ragazzi su 10.
Ma in che modo gli istituti possono preparare i ragazzi al mondo del lavoro? Per il 28% (che al Nord diventa il 32%) dovrebbero
organizzare attività di alternanza scuola lavoro. A dispetto della drastica riduzione delle ore previste per l'alternanza stabilita dal governo, l'87% vorrebbe fare un'esperienza
di questo tipo, il 12%, invece, preferirebbe più attività pratiche e laboratori durante l'orario scolastico. Il 10% più orientamento post diploma, già dal primo anno delle superiori.
Pensano dunque al futuro lavorativo che li aspetta i quattordicenni alle prese con la scelta delle superiori, ma c'è una parte consistente (1 studente su 4, cioè il 25%) che dice di voler scegliere l'indirizzo che rispecchia di più i suoi interessi, mentre più di 1 su 5 (il 21%) si proietta già oltre la maturità e vorrebbe che la scuola lo preparasse alla facoltà universitaria in grado di realizzare i suoi progetti per il futuro.
Quale scelta per le superiori, su Radio 24 lo speciale a cura di Maria Piera Ceci, in onda il 4 gennaio alle ore 18.
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