Il programma annuale diventa un po’ più trasparente (e strettamente legato al Ptof, il piano triennale dell’offerta formativa, ndr); va approvato entro il 30 novembre (e non più entro il 31 ottobre); e, se il consiglio d’istituto non accende il semaforo verde entro il 31 dicembre, scompaiono i “tempi supplementari”: la parola passa subito all’Ufficio scolastico regionale (l’Usr, competente ad avviare la gestione provvisoria) per la nomina di un commissario ad acta (che in casi particolari può essere lo stesso dirigente scolastico).
Non solo. Le scuole potranno occuparsi in proprio di lavori di «piccola manutenzione e riparazione» degli edifici, su delega dell’ente locale proprietario; sarà possibile effettuare lavori urgenti salvo richiedere all’ente proprietario il rimborso. Per esempio, si potranno eseguire “in house” interventi di falegnameria, sostituzioni di guarnizioni, rubinetti, manutenzione di banchi e sedie. Si ampliano poi gli strumenti di incasso di rette, tasse, contributi, depositi posti a carico degli alunni: sono ammessi anche i Mav bancari o postali, il sistema PagoPa, l’incasso domiciliato, il bollettino, e altri strumenti di acquisizione di somme, come Pos fisico o virtuale.
Come cambia la gestione
È pronta la circolare del ministero dell’Istruzione che, in una ventina di pagine, fornisce le prime indicazioni operative a scuole, Usr e revisori dei conti sul nuovo regolamento che - dal mese corrente - cambia, dopo 18 anni, la gestione amministrativo-contabile degli istituti, recependo, in toto, le novità normative in materia di ordinativo informatico locale e fatturazione elettronica.
Il provvedimento impone, soprattutto, chiarezza su finalità e voci di spesa cui vengono destinati i contributi volontari versati dalle famiglie o le risorse reperite attraverso le raccolte di fondi, anche quelle effettuate attraverso l’adesione a piattaforme di finanziamento collettivo (crowdfunding).
L’impiego delle risorse
La dotazione finanziaria di ciascun istituto è costituita da risorse assegnate da Ue, Stato, Regioni, enti locali o altri enti pubblici, ma anche da finanziamenti privati o da entrate proprie («entrate di autofinanziamento»). Le risorse statali dovranno essere utilizzate, in via prioritaria, per «lo svolgimento delle attività di istruzione, formazione, orientamento, come previste ed organizzate nel Ptof». Tutti gli altri fondi possono essere «autonomamente allocati» (purché non siano finanziamenti vincolati).
Gli effetti sui dirigenti
Rimandando alle pagine interne per gli approfondimenti tecnico-normativi e il riepilogo delle nuove competenze in capo al personale scolastico, in questa sede ci limitiamo a evidenziare un paio di novità che cambieranno il modus operandi, in primis di presidi e Dsga.
La circolare conferma, infatti, la modifica alle “soglie” per l’affidamento di lavori, servizi e forniture da parte delle scuole. In effetti, il nuovo regolamento prevede la possibilità per il dirigente scolastico di procedere con l’affidamento diretto entro 10mila euro, non più entro i 2mila. Al consiglio d’istituto spettano, invece, le deliberazioni relative alla determinazione, nei limiti stabiliti dalla normativa vigente in materia, dei criteri e dei limiti per lo svolgimento, da parte del preside, delle attività negoziali di importo superiore a 10mila euro. Le modalità di negoziazione tra i 10mila e i 40mila euro sono state lasciate ai regolamenti interni; ciò vale per l’acquisto di beni e servizi (per i lavori, la manovra ha elevato la soglia degli affidamenti diretti fino a 150mila euro).
Un’altra novità per i dirigenti e i Dsga è che i revisori dovranno programmare le visite. Un passo per favorire una migliore organizzazione delle scadenze amministrativo-contabili.
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