Ricomincia lunedì prossimo il confronto diretto fra tassisti e Ncc (noleggiatori con conducente, tra cui quelli affiliati a Uber). Le due categorie nomineranno tre esperti ciascuna, per discutere a un tavolo tecnico costituito dal viceministro ai Trasporti, Edoardo Rixi per correggere forse già in sede di conversione il Dl 143/2018, che ha parzialmente ripristinato per gli Ncc l’obbligo di rientrare in rimessa dopo ogni corsa. Una situazione che al momento pare stare bene ai tassisti, i cui rappresentanti sono stati convocati per stamattina al ministero (ieri Rixi aveva visto gli Ncc).
Ieri i rappresentanti degli Ncc hanno già individuato i tre tecnici, tre docenti universitari. Dunque, i leader sindacali della categoria rinunciano a essere presenti al tavolo: «Non si può più andare avanti con un confronto solo “politico”, su un Dl che ha anche profili di incompatibilità col diritto Ue», spiega Mauro Ferri, presidente dell’Anitrav, a nome del Comitato difesa Ncc, che raggruppa tre della ventina di associazioni di categoria.
I tassisti sono forti del fatto che il Dl 143/2018, in vigore dal 30 dicembre e con effetto dal 1° gennaio, prevede per la “controparte” l’obbligo di rientrare in rimessa, che era stato introdotto dieci anni fa dal Dl 207/2008 (articolo 29, comma 1-quater) ma era rimasto congelato a causa di varie proroghe. L’ultima scadeva il 31 dicembre e il Governo ha scelto di non proseguire su questa strada, come invece chiedevano gli Ncc, che hanno ribadito la loro linea anche ieri.
Come contropartita, il Governo ha inserito nel Dl 143/2018 una parziale deroga e due apparenti facilitazioni.
La deroga sta nel fatto che si può evitare il rientro in rimessa quando l’autista esce già con una lista di prenotazioni già effettuate dai clienti. Se una prenotazione arrivasse dopo l’uscita dalla rimessa, l’autista dovrebbe rientreare, nonostante lo sviluppo della tecnologia (preso in considerazione dal Dl, che consente di raccogliere prenotazioni online) renda materialmente possibile cambiare itinerario in ogni momento.
Le facilitazioni stanno nella possibilità di avere più rimesse nell’ambito provinciale (sostenendo i relativi costi) e di iniziare o terminare una corsa anche fuori provincia.
Novità che non agevolano il lavoro degli Ncc, tanto che ancora ieri Giorgio Silvano Dell’Artino, presidente di Azione Ncc, una delle associazioni di categoria, parlava di «norma sbagliata oltreché lesiva del diritto alla concorrenza», da cambiare perché «migliaia di aziende saranno costrette a chiudere».
Che le cose stiano effettivamente così lo dimostra la tranquillità sul fronte opposto: i tassisti in queste ore non sono in stato di mobilitazione e oggi i vertici delle loro associazioni di categoria si recheranno al ministero solo per ascoltare quanto Rixi prospetterà loro e dire che l’attuale formulazione del Dl 143/2018 non va toccata. È un testo che dal loro punto di vista dà più garanzie della bozza presentata il 22 marzo 2017 dall’allora ministro Graziano Delrio, che consentiva agli Ncc di evitare il rientro anche in caso di prenotazioni giunte “in corsa” (anche se limitate al territorio comunale) e apriva la strada alla revisione del numero di licenze.
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