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Dossier | N. 73 articoli Il reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza parte il 6 marzo senza le norme «anti furbetti»

C’è un breve “interregno normativo” che scade a fine mese che apre uno spiraglio per chi vuole ottenere il reddito di cittadinanza senza passare per la mannaia dei requisiti più stringenti previsti dalle ultime modifiche votate nelle ultime settimane in Parlamento al decretone. Paletti più soft da far valere già da domani in particolare per gli stranieri - le ultime modifiche chiedono un complesso supplemento di documenti -, ma anche per chi punta su divorzi e cambi di residenza last minute per avere un Isee più basso e dunque provare a conquistare il reddito. Fino alla conversione (con modifiche) del decreto previsto a fine marzo valgono infatti ancora le “vecchie” regole previste dal testo originale del decreto.

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La prova che per ora valgono le norme più soft arriva dalla domanda per il reddito di cittadinanza di cinque pagine pubblicata sul sito dell’Inps, precedute da quattro pagine di spiegazioni. Modello, questo, che fa riferimento ai criteri stabiliti dal Dl 4 del 2019, in vigore dal 29 gennaio. Criteri che innanzitutto non prevedono l’ultima modifica approvata che stabilisce per gli extracomunitari - oltre al requisito base dei 10 anni di residenza di cui gli ultimi due continuativi confermato anche in Parlamento - che ogni richiedente si faccia certificare dal proprio Paese d’origine la situazione patrimoniale, reddituale e la composizione del nucleo familiare. Un documento, questo, che poi ogni straniero dovrebbe anche farsi convalidare dal consolato italiano. Una procedura complessa che potrebbe richiedere tempi lunghi e scoraggiare più di un potenziale richiedente. Da qui la possibilità di sfruttare questa “finestra” di un mese nella quale non ci sarà bisogno di queste carte supplementari.

Le modifiche approvate o in arrivo in Parlamento scatteranno infatti solo al momento dell’entrata in vigore del nuovo testo. E quindi per il prossimo slot di domande del reddito di cittadinanza previsto dal prossimo 6 aprile. Sempre che il Parlamento non approvi in extremis anche una norma che renda retroattive le ultime modifiche (ma con il rischio di aprire un contenzioso). In ogni caso il modulo di domanda dovrà essere aggiornato dall'Inps ai nuovi criteri . Tra questi scatterà anche il paletto che prevede che per chi si è separato o divorziato dopo il 1 settembre deve dimostrare la nuova residenza presentando anche un verbale dei vigili urbani che dimostri l’effettivo cambio. Non solo. Tra le modifiche ancora in attesa di essere approvate in Parlamento nei prossimi giorni c’è anche quella che chi fa un cambio di residenza negli ultimi tre mesi non può farla valere nella domanda del reddito di cittadinanza.

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