Conto alla rovescia per un doppio switch off, che costringerà milioni di italiani a cambiare la tv o a montare un decoder speciale. Mancano infatti otto mesi alla prima (piccola) rivoluzione televisiva: dal primo gennaio
le trasmissioni del digitale terrestre useranno solo la codifica Mpeg-4, abbandonando l'ormai vecchia Mpeg-2. Da luglio 2022
la seconda (più grande) rivoluzione: tutte le trasmissioni andranno su Dvb-t2 (il secondo standard di trasmissione del digitale
terrestre), con codifica Hevc (che permette una compressione maggiore rispetto al semplice Mpeg-4 e quindi più canali e/o
migliore qualità). Una duplice rivoluzione resa necessaria dall'avvento del 5G, che dal 2022 userà appunto anche le frequenze 700 Mhz ora usate
dalle tv.
È bene arrivare preparati a queste date, considerando tutto ciò che c'è in ballo. Da una parte, il rischio non solo di non poter più vedere il digitale terrestre ma anche quello di non poter fruire dei vantaggi dell'Hevc, presto adottato anche da altre piattaforme (come Netflix, che già l'ha annunciato). Dall'altra, la possibilità di poter avere incentivi statali per il passaggio a una tv o a un decoder adatti: 25 euro per ora previsti solo per una piccola platea di utenti (over 75, esentati dal canone Rai e con reddito massimo 8mila euro l'anno), ma in futuro magari estendibili da nuovi decreti a un maggior numero di utenti.
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La prima scadenza: gennaio 2020 Mpeg-4
L'Mpeg-4 è la normale codifica che siamo abituati ad avere nei video su internet ormai dai primordi della banda larga, mentre
Mpeg-2 risale ai tempi del Dvd. La prima riesce a fare entrare più contenuti nello stesso spazio (disco o radio) e quindi
anche solo grazie a questo passaggio sarà possibile cominciare a liberare un po' di frequenze per il 5G dalla banda 700 MHz. La buona notizia è che da oltre un decennio le tv italiane hanno l'Mpeg-4, ma secondo stime del Mise ce ne sono circa 10
milioni ancora ferme all'Mpeg-2.
Si noti che lo spostamento di frequenze sarà graduale, da gennaio 2020 a dicembre 2021, nelle varie regioni d'Italia (secondo una roadmap definita dal Governo ). Due anni in cui potrebbe anche succedere che – questione Mpeg-4 a parte – a causa di questo spostamento bisognerà intervenire sull'impianto condominiale per una risintonizzazione.
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Per capire se la nostra (ormai preistorica) tv rientra in queste, basta collegarsi ai canali HD del digitale terrestre (dal
501 in poi): se compare un messaggio di errore e non riusciamo a vedere il segnale significa che non abbiamo l'Mpeg-4. Sono canali ad
alta definizione appunto perché la migliore compressione consente di aumentare la quantità di dati fruibili a parità di spazio
occupato. Oppure di occuparne di meno mantenendo la stessa quantità di dati (ossia lo stesso numero di canali a qualità standard),
che è proprio il vantaggio utile a poter liberare frequenze 700 MHz per il 5G.
Basta prendere un decoder “zapper” molto economico per adattare la tv all'Mpeg-4, ma forse può essere un'occasione per un
upgrade più consistente, che guarda al futuro.
La seconda scadenza: luglio 2022
Dopo poco più di due anni, infatti, già avremo bisogno di una compatibilità con Dvbt-2 e codec Hevc, che rendono ancora più
efficiente la trasmissione e la compressione del segnale. Il che vuol dire la possibilità sia di risparmiare altre frequenze
sia, soprattutto, di passare al 4K molti degli attuali canali.
Da gennaio 2017 tutte le tv integrano per legge le due tecnologie. Se abbiamo una tv lanciata prima di questa data, sarà bene
fare una ricerca su internet per leggere se tra le sue specifiche ci sono Dvbt-2 e Hevc.
In caso negativo, però, può essere utile aspettare ancora un po', prima di passare a un nuovo modello. Fino a luglio 2020 non ci servono quelle due
tecnologie per il digitale terrestre; se la nostra tivù non la percepiamo ancora come obsoleta, per i nostri utilizzi, conviene
aspettare. Se non altro, così potremo risparmiare acquistando una tv che per allora non sarà tanto recente ma già dotata di
Dvbt-2 e Hevc.
È anche possibile inoltre che il Governo allarghi un po' la platea dei beneficiari del bonus tv, se ci si ritroverà - sotto
scadenza – con una quantità di famiglie ancora non provviste di apparecchi compatibili.
Un motivo per accelerare il passaggio a Hevc potrebbe essere un'adozione da parte di Netflix. Che grazie al nuovo codec potrà
dare il 4K anche a chi ha una linea non proprio a banda ultralarga e offrire contenuti 8K a una platea più ampia di persone.
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