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Ora Auditel rileva anche i device digitali

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ascolti e trasparenza

Ora Auditel rileva anche i device digitali

Andrea Imperiali di Francavilla (Imagoeconomica)
Andrea Imperiali di Francavilla (Imagoeconomica)

Ora Auditel rileva anche i device digitali. Per dare ai broadcaster quello che è dei broadcaster, in termini di ascolto finora non rilevato (che è poi parte dell'erosione dell'audience che ha interessato negli ultimi anni la tv tradizionale). E monitorare da vicino lo "share addizionale" generato dal consumo dei contenuti sui nuovi dispositivi elettronici. Pochi punti, nel complesso, distribuiti non più in modo lineare, ma secondo logiche diverse dal passato - particolarmente interessanti per gli investitori pubblicitari - per effetto dei nuovi comportamenti di fruizione.

Intercettare i nuovi modelli di consumo dei contenuti digitali è uno degli obiettivi, centrati, dell'ultimo sviluppo del Superpanel Auditel nato per accertare gli ascolti della "vecchia" televisione: la rilevazione, quotidiana, da dicembre 2018 dei dati relativi agli ascolti realizzati su smartphone, pc, tablet, smart TV e vari dispositivi Ott. I primi dati del nuovo Standard Auditel saranno resi pubblici, con cadenza quotidiana, tra pochi giorni, ma è già possibile individuare alcune macrotendenze relative all'ascolto addizionale sui device digitali. La possibilità - per esempio - di raddoppiare o addirittura triplicare gli ascolti registrati sulla sola Tv tradizionale per i programmi la cui struttura narrativa sia nativamente organizzata per clip, e pensata per intercettare i target giovani.

Altra macrotendenza individuabile grazie alla rilevazione degli ascolti dei device digitali, «la cosiddetta "televisione oltre la televisione" fruita, sulla piattaforma trasmissiva del web» e rilevata da Auditel in modalità censuaria, riguarda la fruizione dei contenuti digitali on-demand. Questa è caratterizzata - spiega il presidente Auditel Andrea Imperiali di Francavilla nella sua Relazione annuale 2019 al Parlamento, illustrata oggi nella Sala della Regina di Montecitorio alla presenza del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli - «da un consumo rapido, prevalentemente in mobilità, con livelli di attenzione elevati e una visione individuale del contenuto Tv, secondo una formula che potremmo così semplificare: meno tempo, più attenzione, più scelta».

Il nuovo standard Auditel, realizzato peraltro «in tempi record, un anno e mezzo tra progettazione e realizzazione, contro i 5 anni del Regno Unito, i 4 della Germania e i 3 della Francia» - sottolinea poi Imperiali di Francavilla - «irrompe in un mercato digitale opaco, non regolato, dominato da soggetti che sfuggono ad ogni forma di regolazione e controllo». E e si pone «come la prima metrica di misurazione interamente vigilata, certificata, pienamente rispondente alle regolazioni europee, integralmente controllabile in ogni fase del processo e capace di rendere più trasparente ed equilibrata la competizione in un contesto caratterizzato, fin qui, da una asimmetria normativa e regolatoria davvero non sostenibile».

Il maggiore tasso di trasparenza dei dati di ascolto dei device digitali permesso dal nuovo standard Auditel, conclude il presidente, costituisce dunque un «passo epocale». Perché permetterà anche agli investitori pubblicitari di misurare «le incoerenze, le contraddizioni e le opacità di metriche autoprodotte, non omogenee e, soprattutto, non verificabili, attraverso cui oggi orientano i loro investimenti. E perché rappresenta «il primo passo, concreto, in Italia, nella direzione del riequilibrio di sistema al quale sta lavorando intensamente l'Unione europea».

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