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Dossier Non chiamiamoli più periti

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    Dossier | N. 4 articoli Industria 4.0, fra periti e ingegneri

    Non chiamiamoli più periti

    L’idea è stata lanciata da Eugenio Sidoli, presidente e ad di Philip Morris Italia, nel corso del forum sul mercato del lavoro organizzato dal Sole 24 Ore. I mestieri stanno cambiando, ha sottolineato, e anche la scuola ne deve prendere atto con decisioni che hanno una valenza sostanziale e simbolica.

    Di qui la proposta di traghettare i corsi di scuola tecnica tradizionali verso le necessità dell'Industria 4.0 ribattezzando i periti industriali come digital maker, definendo così il nuovo mestiere che apre ai ragazzi una porta di accesso al mondo del lavoro più facile e più in linea con i tempi, perché i nomi sono conseguenza delle situazioni. E viceversa.

    Una proposta che noi come gruppo Sole 24 Ore sposiamo in pieno e ci impegniamo a portare avanti. Occorrono strumenti, aule e docenti per rinnovare la scuola a carattere tecnico puntando a formare giovani pronti a coniugare la grande tradizione artigianale del Paese e le potenzialità delle macchine 4.0, asse portante dell'industria manifatturiera che si trasforma per stare al passo dei tempi. E' necessario guardare avanti, attrarre i giovani trasformandoli da nativi digitali, anche se non tutti lo sono, in linfa vitale per l'industria italiana, che ne ha davvero bisogno.

    Nelle fabbriche 4.0 si attutiscono le differenze tra chiavi inglesi e cacciaviti, sostituiti da visori e macchine intelligenti che catturano milioni di dati per riorientare la produzione e migliorare la produttività nel modo più virtuoso. L'era digitale ha bisogno di figure tecniche diverse da quelle tradizionali, indispensabili per mantenere la leadership dell'industria manifatturiera italiana. Si cominci creando una nuova professionalità: i digital maker, appunto, con formazione e competenze specifiche. Sarebbe, per la scuola tecnica italiana, una vera rivoluzione.

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