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Dossier | N. 31 articoli Focus China

Promuovere la cooperazione privata italo-cinese e l’innovazione agricola

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Se volessimo avere una comprensione generale dell'agricoltura e del cibo italiano, dovremmo andare in un negozio “Eataly”: nato nel 2004 a Torino nel quartiere industriale del Lingotto, Eataly raccoglie prodotti agricoli e alimentari da tutte le regioni italiane e provenienti direttamente da piccoli produttori.
L'Italia è il secondo più grande paese agricolo dell'Unione Europea ed ha la leadership continentale nell'agricoltura biologica, nelle indicazioni di provenienza dei prodotti, nell'energia rurale e nella valorizzazione del patrimonio culturale agricolo e il relativo turismo. Tutto ciò è fondamentale per Eataly, che mostra una grande quantità di prodotti di altissima qualità. L'Italia è anche leader mondiale per quanto riguarda i macchinari agricoli, la lavorazione alimentare e le attrezzature per l'imballaggio. Questi vantaggi sono dovuti al profondo rispetto delle proprie tradizioni culturali agricole e alla protezione dell'ambiente e della biodiversità.

In questo supermercato, anche online, ci sono anche prodotti cinesi: lo zenzero, i pomeli, il tè e il pepe del Sichuan.

Sia la Cina che l'Italia hanno una splendida civiltà agricola e una cultura alimentare ricca e raffinata e proprio per questi motivi l'agricoltura è sempre stata un settore chiave per gli scambi e la cooperazione tra i due paesi.
Nel 2018 durante la prima edizione del China International Import Expo si è tenuto il primo Sino-Italian Agrifood Cooperation Forum. In tale occasione il Ministero dell'agricoltura cinese hanno mostrato statistiche secondo le quali il commercio bilaterale sino-italiano nel 2017 ha raggiunto un valore di 1,2 miliardi di dollari, il 53,5% in più rispetto al 2010, con un incremento medio annuo del 7,4%.

Le importazioni in Cina di prodotti italiani hanno avuto una crescita media annua del 12%, di molto superiore rispetto al 4% di crescita delle esportazioni cinesi verso l'Italia.

Secondo i dati di fonte italiana, il valore dell'import-export tra i due paesi è stato pari a 42 miliardi di euro nel 2017. Di questi, 450 milioni di euro sono dati da esportazioni agricole italiane verso la Cina.

Se messi in rapporto con le loro dimensioni economiche e se confrontati con il commercio agricolo tra la Cina e gli altri paesi, gli investimenti in questo tipo di commercio tra Cina e Italia sono ancora purtroppo troppo piccoli e il tasso di crescita non è abbastanza veloce. La cooperazione agricola sino-italiana presenta grandi potenzialità e ampie prospettive dovute principalmente alla complementarietà. La Cina è diventata il primo mercato mondiale per il consumo di prodotti agricoli e un importante paese per quanto riguarda gli investimenti esteri nell'agricoltura. Attualmente la Cina sta attuando con impegno la “Strategia di rivitalizza-zione rurale”, promuovendo con forza la costruzione della Nuova Via della Seta e portando avanti un'importante riforma struttura-le dell'agroindustria. Allo stesso tempo promuove la modernizzazione agricola e uno sviluppo votato all'alta qualità. Tutto ciò porta opportunità senza precedenti per muovere importanti passi in avanti nella cooperazione tra i due paesi in questo importante settore economico.

Dato il costante sviluppo della cooperazione tra i governi, quali aspetti della collaborazione tra imprese agricole private dei due paesi potranno essere ulteriormente rafforzati in futuro?

In primo luogo, si deve riuscire a comprendere appieno lo sviluppo economico cinese e i cambiamenti avvenuti nel mercato negli ultimi anni. Anche la struttura demografica dei consumatori cinesi è cambiata e adesso vengono ricercati prodotti di alta qualità, con un valore tradizionale importante e dal prezzo ragionevole. Le aziende italiane devono rispondere rapidamente e con attenzione a questi cambiamenti del mercato, sviluppando strategie di marketing che rispettino la cultura cinese e che si adattino alle condizioni del mercato locale. In secondo luogo, rafforzando il commercio bilaterale di prodotti agricoli, si dovrebbe porre maggiormente l'accento sulla cooperazione nel settore delle tecnologie agricole avanzate, per esempio quella israeliana di risparmio idrico e quella delle serre high-tech nei Paesi Bassi.

In terzo luogo, sia la Cina che l'Italia hanno un patrimonio agricolo unico e di importanza mondiale.

Con l'aiuto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura è stato possibile sviluppare una collaborazione di gemellaggio bilaterale per promuovere congiuntamente lo scambio e la cooperazione sull'agricoltura ecologica, la cultura agricola, i prodotti alimentari tipici e il turismo rurale.
In quarto luogo, la Cina ha fatto enormi progressi nel campo delle tecnologie dell'informazione e ciò può contribuire ad aprire la via per l'Italia nel mercato cinese. Tra queste innovazioni troviamo i pagamenti in mobilità, i big data agricoli, la blockchain, l'e-commerce rurale, l'agricoltura intelligente, la digitalizzazione rurale. Grazie alla grande esperienza cinese in questo campo l'Italia potrà sviluppare l'agricoltura digitale. Infine, in considerazione delle difficoltà delle Pmi agricole italiane di aprirsi agli altri mercati, è possibile rafforzare la cooperazione finanziaria privata tra le parti e promuovere investimenti reciproci. Bisogna utilizzare il sostegno dei capitali per la creazione di piattaforme di cooperazione, per aiutare le Pmi cinesi ed italiane a comunicare tra loro e sviluppare insieme il commercio agricolo. Si raggiungerà così uno sviluppo innovativo e congiunto della cooperazione tra i due paesi in questo settore, contribuendo alla costruzione della Nuova Via della Seta.


Zhang Xin, ex consulente FAO
(Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura), rappresentante della regione Asia-Pacifico
alla World Agricultural Heritage Foundation.

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