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Banche e i rimborsi ai truffati: i 3 nodi da sciogliere

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TRIA: «RIMBORSI NEL RISPETTO DELLE REGOLE»

Banche e i rimborsi ai truffati: i 3 nodi da sciogliere

Ieri ennesimo rinvio per le norme sui rimborsi ai risparmiatori vittime dei crack bancari. Risparmiatori che oggi scendono in piazza a Vicenza e che lunedì saranno ricevuti a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte. Poi, martedì, un consiglio dei ministri dovrebbe varare finalmente le nuove regole. Di qui a martedì occorre dunque sciogliere i tre nodi ancora irrisolti a causa delle diverse posizioni all’interno del governo. Vediamo quali sono.

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Commissione tecnica indipendente

La commissione tecnica, composta da nove membri, chiamata a decidere sui rimborsi dovrà avere il requisito di “indipendenza” oltre a quelli di “competenza, onorabilità e probità” già previsti dalla legge di bilancio al comma 501. Bisognerà poi assegnare alla Consap il ruolo e i fondi necessari allo svolgimento dei servizi di supporto. Su questi correttivi non ci sarebbero”dissonanze” nella maggioranza.

Il nodo «misselling»
La commissione, con ogni probabilità, dovrà esaminare tutte le richieste di rimborso. Questo implicherebbe una sorta di retromarcia rispetto all’ipotesi originaria di rimborsi automatici per tutti. Il compromesso consisterebbe nell’evitare di tornare alla valutazione arbitrale sul «misselling» (la vendita fraudolenta posta dalle direttive comunitarie come presupposto al rimborso attraverso soldi pubblici).

Il «doppio binario»
Bruxelles ha dato un segnale di apertura al governo riconoscendo la possibilità di rimborsi diretti per motivi sociali ai risparmiatori con Isee fino a 35mila euro o con un patrimonio investito in titoli fino a 100mila euro. Questo però, secondo i leader di maggioranza, farebbe passare il messaggio di creare due platee distinte con due diversi trattamenti. Cosa che il governo (e soprattutto i Cinque stelle) vorrebbe evitare.

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