Negli ultimi mesi, quando si ritira un verbale d’infrazione stradale in alcuni uffici postali, è difficile ottenere con il plico la prova certa della data in cui esso è stato consegnato: gli addetti non appongono più il timbro a data sulla busta. Né rilasciano documentazione alternativa. Quindi, se si decide di presentare opposizione contro il verbale, diventa impossibile dimostrare al giudice che il ricorso è stato depositato entro i termini, che decorrono dal giorno in cui la notifica si è perfezionata per il destinatario, che spesso è proprio quello in cui egli ritira il plico all’ufficio postale.
Situazioni di questo tipo sono state segnalate da avvocati nelle province di Cosenza, Foggia e Venezia. Poste Italiane precisa che la procedura classica non è cambiata: gli uffici devono sempre timbrare «al momento del ritiro di tutti gli atti notificati ai sensi della legge 890/82: multe, cartelle esattoriali, avvisi di pagamento, atti giudiziari». Un chiarimento che sconfessa anche alcune prassi locali adottate dopo le proteste dei legali, nelle quali gli addetti timbrano atti solo di una di queste categorie.
In ogni caso, il fatto che i disguidi siano segnalati da più zone suggerisce che forse occorre una circolare riepilogativa.
I disguidi non dovrebbero invece toccare chi paga le multe: la data di notifica è nota agli organi di polizia, che la utilizzano autonomamente per determinare se il versamento è tempestivo.
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