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Taser, gara in vista per l’assegnazione alle forze di polizia

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sicurezza

Taser, gara in vista per l’assegnazione alle forze di polizia

La gara d’appalto è prevista nei prossimi mesi: per le forze di polizia sul territorio sono in ballo circa un migliaio di pistole a impulsi elettrici da assegnare. La cifra totale ufficiale, tuttavia, deve ancora essere definita nel capitolato per la gara, in corso di elaborazione al Viminale, anche se l'ordine di grandezza è grosso modo questo. Certo è che la sperimentazione del Taser, come ha reso noto il ministro dell'Interno Matteo Salvini, è stata positiva. E due giorni fa a Roma è arrivato Rick Smith, ceo e fondatore di Axon, l’azienda che produce il Taser, per rilanciare lo strumento.

«Investimenti per 100 milioni di dollari nel 2020»
Rick Smith ha presentato nella capitale il suo libro “The end of killing”, sottotitolo: «Come le nuove tecnologie possono risolvere uno dei più vecchi problemi dell'umanità». E spiega al Sole 24 Ore che il Taser «nei prossimi anni potrà non solo affiancarsi ma perfino sostituire le armi in dotazione alle forze di polizia. Riducendo così il rischio di morte, sempre legato a una pistola, ma anche di lesioni, di certo molto più alto se si usa il manganello».

Non ci sono dubbi sul fatto che la pistola elettrica debba ancora essere perfezionata: «Abbiamo previsto un investimento di 100 milioni di dollari per il 2020: sono destinati – sottolinea Rick Smith – al miglioramento del dispositivo, delle telecamere indossabili e del software connesso». I difetti non stati tutti eliminati ancora ma «lo strumento è efficace nel 90% dei casi, il tasso più alto tra tutte le armi non letali al mondo». Ma aggiunge: «Vogliamo che lo diventi nel 99% dei casi».

Sperimentazione e prospettive
Il Taser è stato sperimentato in Italia dal 5 settembre 2018 fino al 5 giugno scorso. È stato dato in dotazione alle forze di polizia di dodici città (Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia, Brindisi, Genova) e utilizzato 60 volte: 46 dalla Polizia di Stato, 11 dall'Arma dei Carabinieri, tre dalla Guardia di Finanza. In 47 casi gli interventi si sono risolti con la semplice estrazione dell’arma o con l'attivazione del “warning arc”, la scarica di avvvertimento, mentre nei restanti 13 il soggetto è stato colpito con i dardi. Al termine di questa fase sperimentale al Viminale è stato necessario intervenire con norme amministrative per legittimare poliziotti, carabinieri e finanzieri a proseguire con il Taser già ricevuto in via sperimentale, ora in dotazione.

Il sostegno del Viminale
La procedura di gara pubblica è obbligata, tanto che la definizione nella documentazione del Viminale non è più Taser, nome commerciale, ma pistola a impulsi elettrici. Il bando di appalto dovrebbe arrivare dopo l’estate ma per ora è difficile prevedere quando questa nuova arma sarà distribuita a regime. Il ministro Salvini resta un convinto sostenitore e non c'è dubbio che farà di tutto per chiudere le procedure al più presto possibile. Ma anche il direttore del dipartimento Pubblica sicurezza, prefetto Franco Gabrielli, lo apprezza: «Riteniamo buoni i risultati ottenuti anche grazie all'intelligente utilizzo fatto dai nostri operatori».

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