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Quella via che porta a Renzi
di Guido Gentili | 11 marzo 2014

Inutile girarci attorno, nella politica italiana c'è una via toscana alla presidenza del Consiglio: da Bettino Ricasoli, secondo premier dopo Cavour, a Matteo Renzi. Entrambi fiorentini. Con l'attuale, il vulcanico Renzi, che ha sostituito al volo un altro toscano, il compassato pisano Enrico Letta.
È una storia lunga, con tanti nomi. Ricasoli, Sydney Sonnino (pisano che scelse di riposare per sempre nel castello di famiglia a picco sul mare del Romito, in terra livornese), Amintore Fanfani (aretino), Giovanni Spadolini (fiorentino), Lamberto Dini (fiorentino), Carlo Azeglio Ciampi (livornese). Due di loro, Spadolini e Renzi, sono detentori di record: nel 1982 primo presidente del Consiglio non democristiano l'uno, nel 2014 il premier più giovane, l'altro.
Una storia. Ma c'è anche un "modello" toscano di presidente del Consiglio? Si può giocare solo su qualche impressione. Diciamo che due opposte estremità - Pisa e Livorno, così vicine, così lontane - a sorpresa si ritrovano assieme nei toni e nei modi seriosi, in grisaglia, di un Ciampi e di un Letta. Che un Renzi che appende al muro dell'ufficio la foto di Giorgio La Pira, storico sindaco di Firenze, per schiettezza e sarcasmo, può assomigliare più a Fanfani che a Spadolini. Dini non è Ciampi ma potrebbe ricordare invece Letta e viceversa. E così via, assomigliando e molto divergendo, per carattere e cultura politica.
Esiste la via toscana con qualche incrocio, ma non certo la prova regina del quid che accomuna questi presidenti del Consiglio. O forse no. La prova c'è ma è inconoscibile. Scrisse il grande Curzio Malaparte (nato a Prato) nel suo "Maledetti toscani": «se è cosa difficile essere italiano, difficilissima cosa è l'essere toscano (...) e non già perché noi toscani siamo migliori o peggiori degli altri, italiani o stranieri, ma perché siamo diversi da ogni altra nazione: per qualcosa che è in noi, nella nostra profonda natura, qualcosa di diverso da quel che gli altri hanno dentro». Vai a sapere cosa, nella diversità.
@guidogentili1