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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2013 alle ore 13:02.
L'ultima modifica è del 22 ottobre 2013 alle ore 15:41.

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Fabrizio Piantanida è il nuovo executive chef del Grand Hotel KronenhofFabrizio Piantanida è il nuovo executive chef del Grand Hotel Kronenhof

La settimana scorsa l'equivalente cinese di Unioncamere ha visitato importanti imprese del settore vinicolo dell'Albese, in provincia di Cuneo, su iniziativa della Confindustria locale. Una sfida difficile, come si sottolinea da parte dell'ente confindustriale, ma che può avere risvolti importanti per l'economia cuneese. Tra le proposte della delegazione cinese, l'invito a partecipare a Expo 2014 a Pechino, in programma a fine luglio. I cinesi vedono lungo. E apprezzano.

I vini di Langhe, Roero e Monferato (zone a cavallo di Cuneese e Astigiano) hanno fatturato all'estero nel 2012 oltre un miliardo di euro, cifra che ha confermato il distretto al primo posto tra tutti quelli di produzione vinicola nel nostro Paese. «Le imprese di quest'area – sottolinea Giovanni Foresti, economista del Servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo in un'elaborazione realizzata per Rapporti24 – negli ultimissimi anni hanno fatto il loro ingresso sul mercato cinese riuscendo a portare le vendite dai 4 milioni del 2008 agli 11 del 2012 e nel primo semestre 2013 l'export in Cina è cresciuto del 57,6%». Solo la Russia, nel periodo, ha dato maggiori soddisfazioni (+64,7%).

Il distretto dei vini di Langhe, Roero e Monferrato, sbaragliando la concorrenza di aree vocate e rinomatissime in Italia – dal prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, +16,8% nel primo semestre 2013, ma "solo" 388 milioni di export nel 2012, ai vini veronesi (794 milioni nel 2012, +8,3% nei primi sei mesi di quest'anno) al Chianti (495 milioni l'anno scorso, +7,9 nel semestre) – è, col suo +9,7% di incremento nella prima parte del 2013, il fiore all'occhiello dell'export agroalimentare piemontese. Che sta viaggiando su risultati lusingheri. Il secondo posto nella classifica dell'export spetta al distretto dei dolci di Alba e Cuneo (sfiorato il miliardo nel 2012, 967 milioni) che tiene a distanza caffè, confetterie e cioccolato torinese (esportazioni per oltre 308 milioni nel 2012) e il comparto della nocciola e della frutta (274,4 milioni).

Eppure proprio questo ultimo distretto diffuso è quello che ha fatto registrato le migliori progressioni nel primo trimestre di quest'anno (secondo solo ai vini), con una crescita del 6,8 per cento. Ma è ancora la Cina, dalla serie di dati elaborati dalle ricerche di Intesa Sanpaolo, a mettersi in evidenza come Paese importante per l'export agroalimentare piemontese. «L'evoluzione di lungo periodo dell'export di dolci di Alba e Cuneo – aggiunge Foresti – ne vede una rapida affermazione in Cina, divenuta in pochissimo tempo la quarta meta commerciale del distretto. Le esportazioni verso il mercato cinese, infatti, sono salite a 52,9 milioni nel 2012 da 15,8 che erano nel 2008». Sempre in questo ambito le vendite nel colosso asiatico sono incrementate del 57,5% nel primo semestre di quest'anno. Tra tutti i distretti agroalimentari piemontesi, che nel 2009 aveva subito un sensibile contraccolpo anche nell'export, solo quello del riso di Vercelli sta mostrando ancora sofferenze, con esportazioni per 158,4 milioni nel 2012, al di sotto dei 171,5 del 2008 e con un lieve aumento nel primo semestre 2013 rispetto allo stesso del 2012 (+0,8%). L'impegno del comparto alimentare sui mercati esteri vede in prima fila persino chi vende acqua, come Alberto Bertone, di Acqua Sant'Anna, leader nel nostro Paese, che dice: «Non ci basta l'Italia, o si esporta o si muore. Perrier insegna».

Parole sottoscrivibili da aziende come Balocco (a fine agosto +23% all'estero), Maina (a fine anno farà +15%), Ponti e i suoi aceti (80% delle esportazioni con il Balsamico dagli stabilimenti acquisiti nel Modenese), o Giordano vini, che con la vendita diretta ha una quota di export oltre il 50 per cento. A queste si aggiungono esperienze minori ma significative come quelle di Pastiglie Leone (17% in esportazioni, tra cui Nuova Zelanda, Sudafrica, Russia e Paesi Baltici) e del cioccolato di Guido Gobino (10%, tra cui Corea, Giappone, Emirati Arabi). Ma il Piemonte esporta eccellenze anche in cervelli e sapienti mani della cucina, come nel caso di Fabrizio Piantanida, 38 anni(foto in alto, nella pagina) diplomato all'alberghiero di Domodossola e con una già lunga esperienza nell'hôtellerie, diventato il nuovo executive chef del Grand Hotel Kronenhof di Pontresina, storico cinque stelle superior nel cuore dell'Engadina, famoso per il suo ristorante gourmet Kronenstübli.

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