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Inchiesta Pkb, si indaga anche per abusivismo e associazione a delinquere

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Private banking e inchieste

Inchiesta Pkb, si indaga anche per abusivismo e associazione a delinquere

Foto Epa
Foto Epa

Non solo riciclaggio, non solo creazione di una stabile organizzazione occulta sul territorio italiano, non solo omessa dichiarazione al fisco. Nel decreto di perquisizione che ha portato all’operazione della Guardia di Finanza di martedì scorso nei confronti della branch italiana della Pkb private e della controllata Cassa Lombarda, spuntano tre reati di cui non si aveva ancora notizia. Il primo è l’associazione a delinquere e coinvolge la «squadra» di 18 relationship manager, i consulenti che avevano il compito di «curare» gli interessi e gli investimenti dei clienti italiani. Tra gli indagati è emerso inoltre il nome di Raffaella Jaquet, membro del direttivo della banca svizzera, incaricata di seguire le risorse umane nel comparto del private banking.

Un altro reato contestato è l’abusivismo finanziario, disciplinato dall’articolo 166 del Testo unico della finanza che punisce chiunque svolga servizi o attività di investimento o di gestione collettiva del risparmio, offre in Italia quote o azioni di Oicr, offre fuori sede, ovvero promuove o colloca mediante tecniche di comunicazione a distanza, prodotti finanziari o strumenti finanziari o servizi o attività di investimento. Oltre a questo la norma sanziona chiunque eserciti l’attività di consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede senza essere iscritto nell’albo tenuto dall’Organismo. La terza e ultima contestazione della Procura è relativa alla responsabilità amministrativa degli enti e in dettaglio si riferisce alla mancata o carente vigilanza interna in tema di riciclaggio di denaro.

L’operazione di martedì è nata da un lavoro congiunto della Guardia di Finanza del Nucleo milanese di polizia economica, del Nucleo Speciale di polizia valutaria e del Settore contrasto illeciti dell’Agenzia delle Entrate che hanno operato sotto il coordinamento del pm Elio Ramondini del pool «latitanti fiscali» costituito dal procuratore Francesco Greco. Gli investigatori hanno operato analizzando i documenti di regolarizzazione (voluntary disclosure) di 198 clienti della Pkb e della controllata Cassa Lombarda, che hanno portato all’emersione di oltre 408 milioni di euro, hanno poi verbalizzato una cinquantina di loro testimonianze e hanno tratto la convinzione che la banca elvetica agisse sul territorio italiano in violazione delle norme specifiche sul collocamento di strumenti finanziari.

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