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Risparmio tradito, i fondi previsti dal Governo non bastano neanche per gli…

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Risparmio tradito, i fondi previsti dal Governo non bastano neanche per gli azionisti delle banche venete

Ormai ci siamo. Entro il 30 novembre l’Acf dovrà pronunciarsi su tutti i ricorsi presentati dai risparmiatori che avevano investito in azioni delle due ex banche venete e delle quattro banche risolte a fine 2015. Un termine previsto nel milleproroghe 2018 per riconoscere un indennizzo ai risparmiatori che avranno ottenuto un pronunciamento a loro favorevole. E dopo le ultime 13 decisioni prese dall’Acf la settimana scorsa, resta ormai qualche decina di istanze da evadere. Secondo quanto ricostruito dal Sole 24 Ore, sono circa 750 le decisioni dell’Acf favorevoli ai risparmiatori vittime dei sei crack bancari. La gran parte delle domande accolte riguardano azionisti di Veneto Banca e Popolare Vicenza, circa 50 di Banca Marche e il resto le altre tre banche risolte. Ognuno dei 750 ricorrenti incasserà subito il 30% dell’importo riconosciuto dall’Acf, entro il limite di 100mila euro, per un monte-ristoro intorno ai 24 milioni di euro: in media circa 30mila euro.

Sono stati quindi sufficienti i 25 milioni stanziati dal Governo con il milleproroghe, attingendo dal fondo istituito dal precedente Esecutivo con la legge 205/2017, evitando così che fossero inutilmente appostati e non utilizzati. «A oggi - ha annunciato settimana scorsa il sottosegretario al Mef Massimo Bitonci - sono stati erogati i primi 40 rimborsi, pari a 657mila euro, a dimostrazione che la nostra soluzione dell’arbitrato Consob funziona». E su questa direzione il Governo si è mosso anche nell’attuale manovra, prevedendo uno stanziamento di 1,5 miliardi per i rimborsi di altri 300mila azionisti delle sei banche.

«Per aumentare la percentuale del ristoro - ha proseguito Bitonci - stanzieremo ulteriori disponibilità, fino a 2,5 miliardi provenienti da fondi dormienti». Cifre che se anche fossero disponibili sul fondo dei conti e polizze dormienti, tuttavia, potrebbero non essere sufficienti già a riconoscere il 30% promesso. Considerando, infatti, i 30mila euro riconosciuti in media ai primi 750 rimborsati e moltiplicando questa cifra per i 300mila potenziali aventi diritto, sarebbero 9 i miliardi di euro necessari.

Naturalmente non tutti arriveranno a fare ricorso e a ottenere un esito favorevole. E non tutti avranno diritto di incassare l’intero 30% che sarà loro riconosciuto, in quanto dovrà essere decurtato dell’eventuale cifra incassata accettando la transazione proposta a inizio 2017 da Bpvi e Veneto Banca. Ma da 1,5 o 2,5 miliardi che saranno previsti in manovra, ai 9 miliardi che potrebbero servire la distanza è enorme.

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