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«I report Esg non bastano. Alla fine la selezione la facciamo noi»

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intervista al gestore

«I report Esg non bastano. Alla fine la selezione la facciamo noi»

(Fotolia)
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«Non sono sufficienti i report e gli screening Esg sulle aziende quotate realizzati dai consulenti. Abbiamo un nostro processo interno per verificare le potenzialità delle società e le caratteristiche ambientali, sociali e di governance. In caso di controversie, l’ultima parola spetta poi al comitato etico». Alex Araujo, gestore di M&G Investments di origini canadesi, è il responsabile del fondo azionario Global Listed Infrastructure che investe in base a parametri Esg (environment, social, governance).

Le aziende che finiscono nel portafoglio del gestore sono quelle che producono per esempio energie rinnovabili, o concessionarie di autostrade o ancora infrastrutture di tlc. Un universo investibile di oltre 250 gruppi in tutto il mondo con una capitalizzazione di mercato complessiva pari a oltre 3 trilioni di dollari americani.

A quali agenzie o società esterne vi appoggiate per i report Esg sulle quotate?
Tre in particolare: Iss, Msci e Sustainalytics.

E non bastano?
La risposta è sì per quanto riguarda le informazioni Esg sulle aziende. Ma il nostro processo di selezione non si ferma certamente a queste informazioni. Non ci basta il rating A su una società o quello CCC di un’altra. In teoria dovremmo mettere in portafoglio la prima e scartare la seconda.

Invece?
Invece non funziona assolutamente così. Perché l’azienda con il rating basso, se opportunamente sollecitata con l’attività di engagement, di dialogo e confronto, può recuperare posizioni e soprattutto valore.

Mentre invece quella con il rating A ha già espresso tutto il suo valore. Giusto?
Proprio così. Il procedimento di engagement consente di migliorare le performance di un’azienda.

E se questo confronto viene rifiutato?
Dipende. Se vi è un caso di corruzione in quell’azienda, e non ci sono risposte alle nostre sollecitazioni, allora vendiamo subito il titolo. In caso di controversie poi c’è il Srioc, ovvero il nostro comitato degli investimenti socialmente responsabili. Una sorta di comitato etico che ha l’ultima parola sull’investimento.

Quanto tempo porta via il processo di investimento così impostato?
La valutazione va fatta caso per caso. Non c’è un tempo prestabilito.

Cosa escludete dal vostro portafoglio?
L'esposizione a centrali a carbone e nucleari è fortemente limitata, mentre tabacco, alcol, gioco d’azzardo, intrattenimento per adulti e armi sono esclusi del tutto.

Avete Atlantia in portafoglio?
No. Atlantia non era in portafoglio già prima del crollo del ponte Morandi di Genova. Quello che è accaduto ci insegna a chiedere il rispetto di parametri ancora più stringenti in tema di monitoraggio e ispezioni sui propri asset.

Fra le vostre posizioni, c’è l’italiana Inwit? Come mai?
Quello delle torri di telecomunicazioni è un ottimo business. Ora con le nuove tecnologia 5G, le società di tlc dovranno inserire altri ripetitori su queste torri. E sono tutte commissioni che devono essere pagate in questo caso a Inwit.

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