Non è proprio l’argomento di discussione principale a pranzo o a cena. Anche se con lentezza però, in Italia, la sostenibilità (e responsabilità) delle aziende sta entrando sempre di più nei ragionamenti della gente comune. È di questi giorni, per esempio, la notizia che il 2018 è stato l’anno più caldo dai tempi di Napoleone; d’altronde il tema del cambiamento climatico è uno degli argomenti chiave nei social network e, nella triade Esg (environmental, social e governance), si accompagna agli argomenti legati alla gestione delle aziende e al sociale. A Davos, in questi giorni, il climate change è il tema principale di discussione.
Italia e mondo
Il ruolo decisivo nel mondo della sostenibilità lo giocano però gli investitori. Ecco perché le survey su questo settore sono
interessanti da esaminare. Uno dei più recenti rapporti sulla finanza sostenibile è quello realizzato dal gruppo americano
di risparmio gestito Legg Mason che gestisce 742 miliardi di dollari. La survey ha coperto 17 Paesi: il 45% degli investitori,
a livello globale, ha dichiarato che nei prossimi 5 anni aumenterà i proprio investimenti nel segmento Esg. Gli italiani sono
in linea con questa percentuale (46%) ma soprattutto emerge un elemento: gli intervistati in Italia chiedono in stragrande
maggioranza (94%) ai gestori di fondi un più attivo coinvolgimento nelle strategie delle aziende in cui investono, così che
«agiscano responsabilmente». C’è dunque una forte delega ai fondi nello “stressare” le società quotate sui temi della sostenibilità.
Una delega, quella italiana, che forse oggi è dovuta anche a una scarsa conoscenza degli investimenti Esg. Gli italiani vogliono
però mettersi in pari con la sostenibilità visto che il 33% si è detto fortemente interessato a saperne di più di questo settore;
e ben il 56% si dice “abbastanza” interessato a essere informato in tale ambito.
Il caso Trump
Le percentuali poi diventano meno sovietiche se si chiede agli italiani la disponibilità a pagare qualcosa in più «per essere
sicuri che il denaro sia investito in aziende responsabili»: in questo caso il 29% è in disaccordo e soltanto il 22% e «fortemente»
d’accordo. Qualche ulteriore indecisione la crea una domanda su Trump e sulla decisione del presidente Usa di uscire dal trattato
sul climate change firmato a Parigi: in questo caso il 40% dice di non aver cambiato idea sugli investimenti sostenibili nonostante
l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo; il 42% invece concorda sull’affermazione che la decisione di Trump ha fatto cambiare
la percezione sugli investimenti sostenibili.
Ambiente al primo posto
Infine gli italiani, fra i tre elementi Esg, indicano nell’ambiente il tema più importante (34%) anche in questo caso in linea
con il dato globale (31%) del rapporto Legg Mason. Al secondo posto c’è la questione sociale (26%) e soltanto al terzo c’è
la governance (25%) mentre c’è un 16% di risposte che considera tutti e tre fattori sullo stesso piano.
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