La tradizionale lettera agli azionisti inviata nei giorni scorsi da Warren Buffett è stata l’occasione per fare il punto sulle strategia del più famoso investitore al mondo, oramai quasi novantenne. Una leggenda per coloro che adottano stili di investimento basati sulla ricerca di aziende di valore. La sua creatura, Berkshire Hathaway, ancora una volta ha confermato lo stato di piena salute con un utile di 4 miliardi di dollari. La holding, che raccoglie tutte le sue partecipazioni, continua a battere l’indice S&P 500 anche se negli ultimi anni non sono mancati momenti di incertezza.
In portafoglio
Alla fine di dicembre, così come comunicato nei “filing” di metà febbraio, la holding aveva in pancia partecipazioni in una cinquantina di società quotate negli States. Le partecipazione, che singolarmente superavano i 10 miliardi di dollari, sono Apple (il titolo che registra in assoluto la maggiore esposizione), American Express, Bank of America, Kraft, Coca-Cola e Wells Fargo. E proprio lo scivolone in Borsa sempre in febbraio di Kraft è costato 4 miliardi all’oracolo di Omaha, ma questo non mette in discussione la sua strategia. Dal 1965 il ritorno annualizzato del suo titolo è del 20% circa, ovvero il doppio dell’indice S&P 500.
Se limitiamo l’analisi agli ultimi tre anni, periodo nel quale Buffett non ha fatto grandi acquisizioni, la sovraperformance resta con un distacco di circa 7 punti percentuali. La scelta è sempre quella su aziende che hanno elevati flussi di cassa, business sostenibili che possono produrre alti dividendi che vengono incamerati e mai distributi. Buffett infatti non ha mai assegnato cedole ai suoi azionisti: è l’incarnazione della strategia di creazione di valore nel lungo periodo attraverso l’accumulazione.
L’approccio
Buffett ha sicuramente un approccio basato sui fondamentali delle imprese con i focus su multipli e altri paramentri finanziari di una società che entra nel mirino della sua holding ma poi, quando decide di effettuare un investimento, acquista un pacchetto molto rilevante. In questo modo può piazzare i propri uomini all'interno e contribuire alla gestione della società.
Dal punto di vista del piccolo risparmiatore, questo aspetto rappresenta contemporaneamente un pregio ma anche un difetto.
«Il difetto - spiega Gabriele Bellelli, consulente e trader - è che l'operatività di Buffett è difficilmente replicabile dal piccolo investitore. Qual è infatti il piccolo risparmiatore che acquista quote di maggioranza, anche se relativa, di una società quotata? Il pregio invece è che conoscere le operazioni di acquisto, incremento o diminuzione delle azioni da parte di Buffett è indubbiamente importante. Un esempio attuale. Negli ultimi mesi Buffett ha venduto quote di Apple e Oracle per acquistare azioni di Red Hat e di alcune banche, come JP Morgan o Bank of America». Informazioni preziose anche per un piccolo investitore che vuol muovere il proprio portafoglio. Il modo più semplice per seguire le sue orme è comunque acquistare il titolo della sua società: la Berkshire Hathaway B. In questo modo l’investitore si espone su una sola azione, paga una sola commissione e si diventa soci di un’azienda che ha battuto sistematicamente l’indice S&P 500 negli ultimi decenni.
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