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Mifid II, ecco i primi rendiconti dei costi inviati dagli intermediari ai…

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oneri in trasparenza

Mifid II, ecco i primi rendiconti dei costi inviati dagli intermediari ai clienti

Per molti risparmiatori è ancora un lontano miraggio. La maggior parte delle banche e reti di distribuzione di prodotti finanziari contattate da Plus24 restano ancora “abbottonate” e preferiscono non sbilanciarsi sui tempi di invio della rendicontazione dei costi ex post ai clienti come previsto da quest’anno dalla Mifid2. Un documento inizialmente annunciato per i primi mesi del 2019, con i dati relativi al 2018, che continua però ad essere procrastinato nel tempo.

Nella migliore delle ipotesi ai clienti degli istituti bancari che hanno deciso di «sbilanciarsi» i resoconti arriveranno non prima di maggio, per molti tra giugno e luglio e per alcuni anche in pieno agosto: durante il periodo estivo quando la gente è distratta dalle vacanze e presta meno attenzione alle comunicazioni della banca.

I timori degli operatori
Gli intermediari sono molto preoccupati di come reagiranno i clienti nel ricevere per la prima volta un resoconto dettagliato e trasparente dei costi proprio alla fine di un anno chiuso in profondo rosso dalla quasi totalità dei mercati finanziari. Ai clienti occorre infatti illustrare nel dettaglio le spese realmente pagate lo scorso anno non solo in percentuale, ma anche in valore assoluto, suddividendoli per le diverse tipologie di prodotti e servizi offerti, in modo da consentirgli di valutare non solo quanto guadagnano dagli investimenti, ma anche quanto pagano ai diversi intermediari finanziari lungo la catena del valore.

Prima o poi, quindi, occorre inviarlo, ma ci sono anche intermediari che rimandano sperando di inserire nello stesso invio non solo la disastrosa rendicontazione del 2018, ma anche quella positiva registrata auspicabilmente nel primo trimestre del 2019 sulla scia della ripresa dei mercati: un abbinamento - seppur con rendicontazioni separate - che potrebbe attutire il malumore degli investitori.

Gli apripista
A rompere gli indugi e fare da apripista, secondo l’indagine realizzata da Plus24, sono stati in settimana Moneyfarm e Euclidea Sim. Due operatori che offrono il servizio di gestione patrimoniale principalmente - se non esclusivamente - attraverso il canale online grazie al supporto di algoritmi ma anche di specialisti umani delle due società.

Dall’analisi dei rendiconti inviati da entrambe le società il 4 aprile 2019, insieme alla tempestività va segnalata va chiarezza e la sintesi della rendicontazione dettagliata in due pagine. Su questo fronte occorre segnalare che altri operatori stanno pensando di inviare le informazioni di costo ex post “nascoste” in 63 e più pagine o in una mail con più allegati, in modo da disincentivare la lettura ai clienti.

Tra i due resoconti inviati da Moneyfarm ed Euclidea emergono comunque delle differenze. Per esempio Moneyfarm offre una ripartizione più dettagliata di costi e imposte, e quando rappresenta l’impatto cumulato dei costi sui rendimenti non considera il peso delle imposte (0,56% sul patrimonio). Euclidea invece non specifica nel dettaglio le imposte (iva + bollo), ma nel rappresentare il peso dei costi e oneri (1,34%) considera anche le imposte. Divergenze tra i due apripista che possono essere molto utili agli altri operatori, ma anche alle authority per dare indicazioni al mercato su come procedere.

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