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Darag rilancia sull’Italia con Donau

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Darag rilancia sull’Italia con Donau

Parla Tom Booth, amministratore delegato di Darag Group, all’indomani dell’annuncio del completamento dell’acquisizione del portafoglio danni di Danau in Italia.
Dopo l’ok dell’austriaca Fma e il consenso Ivass la transazione, annunciata a gennaio, è andata a buon fine. Con il trasferimento di portafoglio, la viennese Donau chiude la filiale italiana: gli attuali dipendenti e intermediari del gruppo austriaco verranno ricollocati nella branch milanese di Darag che già gestisce un portafoglio di prodotti non-vita. «La transazione con Donau è stata complessa e ha dimostrato da parte di Darag capacità, flessibilità e conoscenza delle esigenze delle compagnie di assicurazioni italiane. Siamo quindi orgogliosi di annunciare il completamento dell’accordo», ha commentato anche Tullio Ferrucci, amministratore delegato di Darag Italia.

Si tratta della seconda grande operazione nel Belpaese (dopo quella di Ergo del 2016) del gruppo con forti radici tedesche che dal 2009 è pioniere in Europa continentale nelle soluzioni assicurative per il cosiddetto inactive business o run off, dove la gestione dei portafogli viene limitata ai contratti in corso. Un settore che sta coinvolgendo anche i grandi gruppi alla ricerca di maggiore efficienza e rifocalizzazione sul futuro: Generali ha venduto recentemente un portafoglio Rc della sua branch britannica per un ammontare di circa 300 milioni di euro, che rappresenta il più grande trasferimento da parte di un operatore italiano finora. Anche Amissima sta mettendo sul mercato un portafoglio di 90 milioni di euro (incagli della gestione Carige) e diversi portafogli di Rc Medica italiana sottoscritti da Neon (assicuratore globale che opera nel mercato dei Lloyd’s) sono stati trasferiti a Shelbourne, un veicolo di Enstar.

Quali sono le prospettive per il settore europeo del run off?

È stato un inizio d’anno molto intenso, con i grandi gruppi assicurativi europei che continuano con processi di gara per portafogli selezionati. Sembra inoltre che vi sia un maggiore interesse da parte degli assicuratori di medie dimensioni alla ricerca sia dell’ottimizzazione patrimoniale, organizzativa e operativa.

Perché questo interesse?

A tre anni dall’implementazione di Solvency II, le aziende sono sempre più attive nella ricerca di risparmi sui costi e di efficienza operativa. L’aumento di attenzione relativamente imminente dell’Ifrs 17 (che detta più trasparenza e uniformità nella valutazione dei contratti assicurativi, ndr) sta inoltre esercitando un’ulteriore pressione sulle aziende, in quanto si prevede che la nuova regolamentazione costi quanto Solvency II, se non di più.

Quali tendenze vede?

In termini di linee di business stiamo assistendo all’emergenza di un “green run-off”, cioè relativo a nuove linee di business come il rischio di costruzione e la responsabilità professionale, mentre l’Rc Auto, essendo una linea di copertura obbligatoria, rimane un elemento importante di questo settore. Infine, sul mercato, storicamente concentrato su portafogli assicurativi molto anziani, iniziano a comparire portafogli di più recente sottoscrizione. Un altro driver di crescita delle transazioni si verifica in presenza di piccole quote di mercato in quanto le società continuano nello sforzo di contenimento dei costi, soprattutto in un contesto di tassi di interesse persistentemente bassi.

Quali sono i driver invece in particolare per l’Italia?

Il mercato italiano non è dissimile dal resto dell’Europa continentale, con l’Rc Auto che domina la quota del mercato “attivo” e, di conseguenza, offre le maggiori opportunità di transazioni run off. Anche in Europa il trend continua. Il fatto che grandi gruppi assicurativi come Generali e Zurich siano in grado e disposti a impegnarsi in tali operazioni dimostra come il mondo del run off sia cresciuto in termini di attrattività e di reputazione nell’offrire soluzioni ottimizzate e reciprocamente vantaggiose per tutti gli interessati.

Quali sono le prospettive in Italia?

La necessità di concentrarsi sugli investimenti IT, sullo sviluppo di infrastrutture per nuovi prodotti e sull’accrescimento della quota di mercato delle attività esistenti e sullo sviluppo di nuovi prodotti sono ulteriori driver per il mercato italiano. Noi siamo degli acquirente leader di tutti i rami danni e, grazie al nostro team multidisciplinare e multilingue, disponiamo delle competenze e del know-how locale per acquisire la maggior parte delle linee di business, per importi a partire da qualche milione di euro fino a diverse centinaia. A seguito del rafforzamento dei propri mezzi patrimoniali per ulteriori 260 milioni, Darag è oggi leader nel Vecchio continente e nel 2019 si espanderà negli Stati Uniti attraverso il suo braccio statunitense, Sobc Darag.

Ci sono più opportunità fuori dal Vecchio Continente?

I vincoli di capitale, la necessità di liberare risorse, la continua esigenza di efficienze patrimoniali e organizzative e la decisione di cessare le attività non redditizie o in mercati non strategici, sono driver comuni a livello mondiale, in quanto gli assicuratori cercano di fornire servizi e protezione ai clienti e di creare valore per gli azionisti.

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