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Battere i mercati? Basta scegliere l’asset allocation ispirata…

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strategie d’investimento

Battere i mercati? Basta scegliere l’asset allocation ispirata al Talmud

In un mondo finanziario sempre più complesso e articolato, contrassegnato da prodotti strutturati, le scelte semplici si rivelano quelle più efficaci nel medio e lungo termine. Per fare una buona asset allocation non serve infarcire il proprio portafoglio con decine di strumenti, spesso incomprensibili. Uno spunto di riflessione arriva dalla strategia ispirata al Talmud. Nel testo sacro dell’ebraismo è infatti contenuta la frase “Lasciate che ogni uomo divida il suo denaro in tre parti, e investa un terzo in terra, un terzo in affari e un terzo lo tenga lui in riserva”: il principio è stato tradotto negli Stati Uniti in una strategia che investe rispettivamente in 33% di asset reali (immobili), 33% di azioni e 33% di obbligazioni.

Il portafoglio e le performance

Tra i maggiori sostenitori di questo approccio c’è Meb Faber, il guru americano dei mercati e co-fondatore di Cambria. La trasposizione in scelte di portafoglio è stata fatta in questo modo: la parte legata alla terra si traduce in investimenti in Reit (società quotata che gestiscono beni immobili commerciali), quella legata agli affari sposa l’acquisto di titoli azionari, soprattutto azioni a grande capitalizzazione con un buon cashflow e dividendi, mentre l’ultimo punto concernente la riserva si traduce in titoli governativi Usa decennali (TNote).

Negli ultimi 50 anni questo approccio ha consentito un ritorno nominale medio annuo del 10% circa, non distante dalla perfomance azionaria ma con un drawdown (perdita potenziale dai massimi) inferiore. Questo portafoglio è concepito per un investitore americano e quindi risente dell’effetto valuta (per chi vive in Europa) almeno che non venga fatta una scelta puntando su asset simili dell’area euro.

Le similitudini con altre strategie

La strategia di investimento finanziaria ispirata al Talmud, con la ripartizione in tre parti del portafoglio (avendo cura di ribilanciarle annualmente), si ispira al buono senso. E come ogni approccio di buon senso riesce a dare valore nel medio e lungo termine. «In fondo – spiega Fulvio Marchese, consulente finanziario – non è molto diverso da altre strategia come l’all season portfolio di Ray Dalio o il three fund portfolio di Bogle. Chi adotta queste strategie deve mettere in conto un po’ di volatilità e il drawdown statistico dei prezzi delle asset class, ma in un’ottica almeno decennale o più i ritorni medi annui in passato difficilmente sono stati battuti con altre strategie più complesse».

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