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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2014 alle ore 13:58.
L'ultima modifica è del 18 febbraio 2014 alle ore 18:25.

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Astensione dalle udienze per tre giorni a partire da oggi, e giovedì 20 una grande manifestazione degli avvocati italiani per le vie di Roma, con un presidio davanti a Montecitorio e un corteo da piazza della Repubblica a piazza SS. Apostoli, per difendere «la democrazia», al grido di «la nostra dignità é la vostra libertà». A guidare la nuova protesta nazionale dell'Avvocatura, la seconda nella storia della categoria dopo quella dell'ottobre 2012, è ancora una volta l'Organismo unitario «per ribadire la funzione sociale dell'avvocato a difesa dei diritti dei cittadini, della Costituzione e della democrazia».

Marino (Oua): basta con le riforme parziali. Adesioni al 90%
Nicola Marino, presidente dell'Oua, si rivolge al futuro Governo guidato da Matteo Renzi per sollecitare «interventi per rendere efficiente e moderna la giurisdizione in perenne emergenza». «Le riforme sono necessarie, urgenti - continua - ma devono rispondere a problemi reali, partendo, appunto, dal confronto con chi opera in prima linea nei tribunali, avvocatura in testa. Finiamola, invece, con i provvedimenti parziali partoriti dai dirigenti di qualche ministero». Per Marino, la partecipazione della categoria è stata «massiccia» in quasi tutti i tribunali: «Un successo» che si rispecchia in una adesione che l'Oua ritiene essere stata pari al 90% dei legali italiani.

Vaglio (Ordine avvocati Roma): stop alla giustizia solo per i piu' abbienti
In attesa di un riscontro sulla partecipazione alla protesta - che secondo le prime rilevazioni registra astensioni massicce dalle udienze in tutto il centro sud e al nord est, mentre nel nord Italia rimane più contenuta - una nota dell'Ordine degli avvocati capitolino firmato dal presidente Mauro Vaglio prende invece di mira «La compressione del diritto di difesa dei cittadini» attuata dagli ultimi provvedimenti sulla giustizia del Governo Letta: dalle «sentenze con motivazione a pagamento» agli aumenti «fino al 340% dei costi di accesso al processo civile», ai limiti al patrocinio a spese dello Stato alla responsabilità solidale del difensore con la parte in caso di condanna per lite temeraria. Oggi in Italia, conclude la nota «riesce ad ottenere giustizia solo chi può permettersi di pagare profumatamente gli elevati costi di accesso alla giurisdizione».

De Tilla (Anai): dopo il 20 valutare astensione ad oltranza
Soddisfatta per il «grande successo» dell'astensione anche l'Associazione nazionale avvocati italiani (Anai), che rilancia: «dopo il 20 febbraio dobbiamo anche valutare la possibilità di un'astensione ad oltranza». «Da lungo tempo la politica ci sta deludendo. Le scelte sulla giustizia sono state tutte demagogiche e sbagliate - spiega il presidente Maurizio De Tilla - Non dobbiamo demordere. Il nuovo Governo Renzi non ci deve indurre a credere in una prospettiva migliore». Per il resto, De Tilla è pessimista: «Tutto procederà come prima, fino a quando non saremo certi che la politica non si farà condizionare dai poteri forti. All'orizzonte non c'è alcun progetto serio sulla giustizia, né alcun sostanziale cambiamento di rotta. L'Avvocatura è in lotta e non deve deflettere nemmeno un istante».

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