Affinché non si verifichi più un altro caso “cucchiaio” della Ducati - così come di altre squadre - la soluzione potrebbe arrivare dalle regole che si sono dati i cugini della Formula1, ben più avvezzi a diaspore tra team sulle innovazioni tecnologiche “borderline” apportate sui mezzi in gara. Infatti, nelle 4 ruote, quei particolari accorgimenti tecnici non esplicitamente vietati dai regolamenti - ma possibili grazie agli “adattamenti” alle norme da parte di bravi ingegneri - tendono a essere consentiti fino alla fine del campionato in modo da evitare anche possibili danni d’immagine alle competizioni mondiali. È questo uno dei suggerimenti che i professionisti esperti dei regolamenti in ambito sportivo si sentono di dare, dopo la vicenda che ha visto protagonisti Aprilia, Honda, Suzuki e Ktm contro il team Ducati. Ma vediamo i fatti.
Il Grand premio del Qatar
Al termine del VisitQatar Grand Prix del 10 marzo scorso, prima gara della MotoGP della stagione 2019, vinta da Andrea Dovizioso, 4 team – Aprilia, Honda, Ktm
e Suzuki – hanno presentato ricorso al Fim MotoGP Stewards Panel (cioè l'organo di prima istanza competente a decidere delle contestazioni relative alle presunte violazioni del regolamento
Fim World Championship Grand Prix).
Per i 4 team ricorrenti, il “cucchiaio” non sarebbe stato un semplice strumento finalizzato a raffreddare soltanto le gomme (in tal caso il suo utilizzo sarebbe regolare), ma si sarebbe trattato di un dispositivo dotato di impatto aerodinamico, contrario al regolamento, pur se di fatto conforme alle «guidelines» fornite a tutti i team il 2 marzo 2019 dal direttore tecnico Danny Aldridge.
Il Fim MotoGP Stewards Panel, però, ha rigettato il ricorso, ritenendo il “cucchiaio” non contrario al regolamento. I 4 team
ricorrenti, quindi, si sono opposti alla decisione di primo grado proponendo ricorso nei 30 minuti successivi al Fim Appeal Stewards (cioè l'organo di seconda istanza chiamato a pronunciarsi sulle impugnazioni contro le decisioni di primo grado del Fim
MotoGP Stewards Panel).
Ma il Fim Appeal Stewards non ha deciso e ha rimesso la questione all'altro organo di appello previsto dal regolamento: cioè alla MotoGP Court of Appeal. Questo organo (risiede a Ginevra ed è composto da tre giudici che devono dirimere la controversia entro 4 settimane dal momento della ricezione della minuta di appello), si è espresso il 25 marzo scorso sul caso: la vittoria di Dovizioso del 10 marzo scorso è regolare e il “cucchiaio” montato sulla moto del forlivese, su quella del compagno Danilo Petrucci (finito sesto) e sulla due ruote di Jack Miller del Team Ducati Alma Pramac, sarà regolare anche per le prossime gare. Con buona pace dei ricorsi di Aprilia, Honda, Suzuki e Ktm.
Cosa succederà adesso
La decisione (notificata per esteso, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno o a mezzo posta elettronica, a tutte le
parti del giudizio), potrà essere impugnata entro 5 giorni (entro quindi presubilmente il 30 o 31 marzo) davanti al Tribunale arbitrale dello sport (Tas) di Losanna che rappresenta l'organo di giustizia sportiva di ultima istanza competente a pronunciarsi sulle controversie.
Possibili soluzioni
«Al fine di evitare di incorrere nuovamente in situazioni analoghe - spiega l’avvocato Riccardo Giacomin, responsabile del team di Diritto sportivo dello studio legale internazionale Rödl & Partner - , potrebbe essere opportuno che Fim e Dorna, anche al fine di evitare pregiudizievoli ritorni in termine di immagine con gare decise a distanza di settimane dalla loro
conclusione, valutino l'opportunità di approntare un meccanismo alternativo di risoluzione, o meglio di prevenzione, di questo
genere di controversie di natura tecnica. A questo riguardo - suggerisce il legale -, uno spunto potrebbe trarsi dalla Formula1, dove l'utilizzo delle innovazioni tecnologiche ai limiti del regolamento (cioè quelle non esplicitamente vietate e/o contrarie
alla lettera dei regolamenti, ma frutto delle capacità di lettura e valorizzazione delle pieghe regolamentari da parte di
brillanti ingegneri e tecnici) adottate dai team nel corso della stagione è sostanzialmente consentito fino al termine del
campionato. Fermo rimanendo che - chiosa l’avvocato Giacomin - una volta conclusa la stagione, ove richiesto e secondo apposite
procedure, queste innovazioni saranno/potranno essere sottoposte alla verifica dei soggetti tecnici preposti al fine di eventualmente
vietarle per le stagioni a venire mediante apposite e puntuali modifiche e/o specificazioni ai regolamenti tecnici del campionato».
Intanto, in attesa di un possibile ricorso al Tas di Losanna, l’appuntamento con la MotoGp Termas de Rio Hondo è in Argentina domenica 31 marzo (diretta su Sky alle 20) nella provincia di Santiago del Estero (parte nord-orientale dell'Argentina).
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