All’aggiudicazione delle Olimpiadi invernali che si terranno tra 7 anni mancano circa 80 giorni, ma la contesa è già entrata nel vivo. La città che ospiterà la venticinquesima edizione dei giochi (si terranno dal 6 al 22 febbraio 2026), verrà decisa lunedì 24 giugno a Losanna. In quella data, nella nuova sede del Cio (Comitato olimpico internazionale che verrà inaugurata 24 ore prima della scelta, 87 membri della famiglia olimpica scriveranno Milano-Cortina oppure Stoccolma-Are.
Le forze in campo
Per spuntarla basteranno 44 preferenze e la diplomazia tricolore è già operativa da tempo. La sensazione è che la vittoria italiana sia possibile, ma per alimentare il sogno sarà decisivo non commettere errori. In questa settimana la Commissione valuterà i luoghi della candidatura, per testare la bontà di quanto scritto in un dossier di 127 pagine. A presiedere il gruppo sarà il rumeno Octavian Morariu, a comporlo altri 7 personaggi (tra membri Cio e rappresentanti degli stakeholders). Atterreranno a Venezia, poi visiteranno Cortina, Anterselva e i luoghi trentini, la Valtellina e Milano. Venerdì 5 aprile la presentazione della candidatura a Milano a Palazzo Reale, sabato la conferenza stampa conclusiva nella Sala Alessi di Palazzo Marino. Sei giorni per raccontare un’idea innovativa di Olimpiade, una rassegna decentrata su quattro cluster (Milano, Valtellina, Val di Fiemme e Cortina) che sarebbe inaugurata al “nuovo” Stadio San Siro e conclusa all’Arena di Verona.
I possibili impianti lombardi
Delocalizzare e non accentrare per risparmiare soldi, sfruttando impianti già esistenti: 13 su 14 nel caso italiano. A Milano ex-novo verrebbe edificato, con denaro privato (spesa prevista di 61 milioni), soltanto il PalaItalia in zona Santa Giulia, sede del torneo di hockey maschile. La casa del bastone ricurvo in gonnella sarà il rinnovato PalaSharp a Lampugnano (impegno di spesa pari a 7 milioni), mentre pattinaggio figura e short track saranno accolti nel già funzionale Forum di Assago. Il villaggio degli atleti sorgerebbe a Porta Romana, dove mixando capitali pubblici e privati verrebbero edificate 70 stanze singole e 630 doppie, destinate poi a essere riconvertite in residenze universitarie. Sempre nel capoluogo troveranno spazio il centro stampa alla Fiera di Rho e la medal plaza in piazza del Duomo.
La Valtellina accoglierebbe le gare di sci maschile sulle piste di Bormio, mentre i funamboli di freestyle e snowboard si cimenteranno a Livigno, dove è prevista anche la realizzazione di un villaggio temporaneo per gli atleti: 70 stanze singole e 474 doppie in casette che al termine verrebbero smontate e donate alla protezione civile. Un altro villaggio temporaneo per gli atleti (con 60 stanze singole e 540 doppie) sorgerebbe a Cortina, insieme al centro stampa montano e alla medal plaza.
L’attuale stadio olimpico della Perla delle Dolomiti, dopo una ristrutturazione da 4,5 milioni, sarebbe il contenitore del curling, mentre l’attuale budello – al momento fatiscente – verrebbe completamente ricostruito (42 milioni il costo stimato) per ospitare bob, slittino e skeleton. Non ci sarà bisogno di ulteriori investimenti per le piste dello sci femminile all’ombra delle Tofane, già riammodernate per ospitare i Mondiali nel 2021.
Le altre strutture
L’arena altoatesina di Anterselva, il prossimo maggio sede di arrivo di una tappa del Giro d’Italia di ciclismo, sarà la casa del biathlon, mentre in Trentino saranno utilizzati tre impianti: i trampolini di Predazzo, le piste di fondo di Lago di Tesero e l’anello del pattinaggio velocità di Baselga di Pinè, per l’occasione trasformato da outdoor a indoor con la costruzione del tetto (spesa prevista di 28 milioni).
La Paralimpiade
Non soltanto Olimpiade, ma anche Paralimpiade. La cerimonia d’apertura è prevista al Pala Italia, la chiusura in piazza Duomo, mentre a livello agonistico l’hockey in carrozzina sarebbe ospitato a Milano, lo sci di fondo e il biathlon nella valtellinese Valdidentro, lo sci alpino, lo snowboard e il curling a Cortina.
Le spese stimate
Il costo complessivo stimato nel dossier olimpico ammonta a un miliardo e 362 milioni di euro, di cui 243 milioni per gli investimenti in infrastrutture sportive e la rimanente parte legata ai costi operativi. I tre quarti di questa spesa (quasi un miliardo) saranno finanziati dal contributo derivante dal Cio, mentre i 4 enti pubblici – le regioni Lombardia e Veneto e le province autonome di Trento e Bolzano – che al momento hanno prestato le garanzie economiche dovranno coprire il resto: la Lombardia dovrebbe garantire 211 milioni, mentre il Veneto e le due province coinvolte 130 milioni. Importi che comprendono anche i contributi dei privati (agli organizzatori spettavano in passato i ricavi da sponsor locali e biglietteria, ma dai Giochi di Pyeongchang 2018 in poi con l’incremento del contributo del Cio tutti i ricavi sono appanaggio di quest’ultimo). Extra dossier è infine la spesa per la sicurezza, interamente a carico dello Stato e stimata in 402 milioni.
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