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Ecco perché con il super sconto fiscale Conte e Guardiola non sono più un sogno

Ingaggiare Antonio Conte potrebbe essere più conveniente che mai. Inter e Roma che stanno provando a mettere sotto contratto l'ex ct della Nazionale potrebbero risparmiare moltissimo grazie al nuovo “Decreto Crescita” (il Decreto legge n. 34 è stato pubblicato lo scorso 30 aprile nella Gazzetta Ufficiale).
L'ambitissimo allenatore pugliese, al Chelsea dal 2016 al 2018, potrebbe infatti rientrare perfettamente nella cornice normativa di favore concessa ai cosiddetti “impatriati”: dal 1° maggio chi si trasferisce nella Penisola, non avendo risieduto in Italia negli ultimi 2 anni (anche se non è stato iscritto all’Aire, Anagrafe italiani residenti all'estero), può essere tassato soltanto sul 30% del compenso da lavoro dipendente per un periodo di 5 anni, purché rimanga per almeno 24 mesi in Italia.

I compensi “prima” del Decreto crescita
Per comprendere l'impatto della disciplina sull’affare “Conte” basti pensare che prima del “Decreto Crescita” affidare la panchina al tecnico che ha vinto 3 scudetti con la Juventus e 1 in Inghilterra sarebbe costato a un club della Serie A circa 20 milioni all'anno (ipotizzando una retribuzione netta da 10 milioni). D'ora in avanti (a meno che non venga mutata la regola in sede di conversione parlamentare), invece, costerà tra i 12 e i 13 milioni, visto che sarà tassato al 43% soltanto il 30% del reddito.

Le squadre che potrebbero pagare ancora meno
E addirittura ci sono team che potrebbero pagare ancora meno: il beneficio fiscale è stato ampliato al Sud. Il Napoli oppure il Lecce, in procinto di tornare in A, dovrebbero effettuare ritenute soltanto sul 10% dell'ingaggio corrisposto. A loro Conte costerebbe 11 milioni o poco più. Praticamente la metà rispetto al passato. La nuova norma sul “rientro del cervelli”, anche sportivi, in realtà non è soltanto per gli allenatori. Vale anche per i calciatori (essendo venuto meno il requisito del ruolo “direttivo” prescritto nella precedente versione del decreto legislativo 147 del 2015). Quindi, il tesseramento di un giocatore italiano come Marco Verratti al Psg dal 2012 diventa meno proibitivo.

Agevolazione valida anche per giocatori e allenatori stranieri
Ma c'è di più. La lettura del “Decreto Crescita” sembra aprire alla possibilità di ottenere risparmi fiscali anche nel caso in cui si vogliano arruolare allenatori o calciatori non italiani (si parla genericamente di lavoratori che non siano stati residenti da 2 anni in Italia e non viene sancito che prima debbano aver abitato nella Penisola per un certo periodo). La modifica del regime agevolativo degli impatriati e l'eliminazione delle precedenti condizioni, in altre parole, assomiglia molto a una “legge Beckham” italiana. Ma a differenza dell'aliquota ridotta al 24% per i lavoratori stranieri trasferitisi in Spagna tra il 2005 e il 2010, quella che potrebbe passare alla storia come “legge Conte” (più con riferimento al tecnico, che al presidente del Consiglio che pure l'ha varata), rischia di essere ancora più favorevole: l'aliquota effettiva applicata ai redditi degli sportivi professionisti di fatto è ancora più bassa e non ci sono soglie di sbarramento (in Spagna occorreva guadagnare almeno 600mila euro).

Guardiola, Neymar e Messi sogni adesso realizzabili
Guardiola, Neymar o il futuro Messi, insomma, potrebbero non essere più soltanto sogni irrealizzabili per la Serie A (certo per immaginare una nuova età dell'oro non è sufficiente il dumping tributario). Già Cristiano Ronaldo potrebbe aver beneficiato della norma sui nuovi residenti fiscali del Belpaese introdotta dalla legge di Stabilità del 2017. Il forfait di 100mila euro all'anno sui proventi derivanti da investimenti immobiliari, dividendi e capital gain (oltre 40 milioni di dollari extracalcistici nel caso di CR7) riguarda soltanto i redditi prodotti all'estero e riconosciuti come tali dal fisco. Il “Decreto Crescita” vale al contrario per i redditi maturati in Italia e non ammette discussioni con la Agenzia delle Entrate. La sua estensione poi pare non limitarsi al mondo sportivo, perché il superbonus ha l’obiettivo di attrarre in Italia talenti e professionalità in tutti i comparti.

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