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Icahn investe 100 milioni di dollari in Lyft, rivale di Uber. «Grande affare»

  • –con un post da Econopoly

Carl Icahn, investitore miliardario e azionista molto attivo di Apple, scommette ora su Lyft, startup di trasporto privato che offre un servizio di prenotazione auto simile a quello di Uber. Icahn ha investito 100 milioni di dollari in quella che è considerata un'aggiunta al round di finanziamenti che lo scorso marzo aveva fatto salire il valore di Lyft a 2,5 miliardi di dollari. Come riporta il Wall Street Journal, Icahn ha sottolineato che investire in Lyft è un buon affare, soprattutto se si fa un paragone con il valore della più grande rivale Uber (che punta a 50 miliardi di dollari). Lyft opera solo negli Stati Uniti, Uber è attiva in 58 Paesi.

«Se si guarda a come il mercato valuta Uber e Lyft, si capisce che Lyft è un affare enorme, c'è spazio per tutte e due», ha dichiarato Icahn, che va adallungare la lista di coloro che hanno già scommesso sulla startup rivale di Uber, tra cui il venture capitalist Marc Andreessen, noto per avere creato il primo browser a raggiungere un’ampia diffusione e poi cofondatore di Netscape.

Intanto a Londra il sindaco conservatore Boris Johnson, ora eletto in Parlamento, vuole mettere un tetto al numero dei minicab privati. Secondo i dati in suo possesso i veicoli del trasporto privato aumentano a un ritmo vertiginoso, 10 mila in un anno, da quando è esploso l’uso di Uber. Arrivata tre anni fa nella capitale britannica, l’azienda di San Francisco può contare su 15mila auto private che rispondono alle prenotazioni via smartphone dei clienti. L’associazione dei black cabbies, i taxi pubblici, parla di 1.200 nuovi autisti ch operano sulla piattaforma Uber ogni mese. «Dobbiamo agire contro la minaccia delle auto private», ha detto Johnson. A Londra operano «solo 25mila black cabs e 8mila bus della London transit authority contro 75mila minicab privati, dato in costante aumento». Potrebbero essere 100mila entro due anni.

I tassisti - che per lavorare devono ottenere una licenza dopo dei test (quest’anno le richieste sono crollate del 20%) - protestano per ché Uber, dicono, minaccia i loro standard di vita e abbassa la qualità del servizio. Naturalmente gli autisti Uber ribattono che il loro servizio oltre che più conveniente, risponde meglio alle esigenze dei clienti. (Al.An.)

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