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La bella storia di Thron, pmi veneta che esporta il cloud in tutto il mondo

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hih-tech made in italy

La bella storia di Thron, pmi veneta che esporta il cloud in tutto il mondo

Oggi che vanno di moda le start-up, Thron rivendica con orgoglio il suo status di Pmi, piccola e media impresa. Un posizionamento meno cool ma che rispecchia meglio la storia di questa azienda tecnologica fondata nel 2000 sulle rive del Brenta, nel padovano, capace di conquistare clienti come Valentino, Furla, Maserati, Canon e Generali, e in procinto di esportare la propria piattaforma cloud in tutto il mondo.

Thron è uno di quei gioiellini imprenditoriali che, in questi anni di crisi economica, è riuscito a crescere e affermarsi sul mercato. Lo ha fatto rastrellando i neolaureati più promettenti (tutti assunti a tempo indeterminato) e i migliori talenti disponibili sul mercato, creando una factory di eccellenza che adesso può contare anche su un data scientist (solo il 13% delle aziende tecnologiche ne hanno uno in organico) e rappresenta una delle esperienze italiane più interessanti nell'ambito del cloud e dei big data.

L'anno scorso l'azienda è stata protagonista di un round di venture capital che ha portato in cassa oltre 6 milioni di euro da investire nel lancio del prodotto a livello internazionale. “Abbiamo davanti una sfida pazzesca perché i nostri competitor sono i grandi brand del software a livello mondiale”, racconta il Ceo e fondatore Nicola Meneghello. “L'unico modo per vincere questa sfida è puntare sulle persone. Stiamo costruendo una squadra di fuoriclasse e alla guida di questo team c'è Rick Belluzzo, il nostro Chairman, ex Chief Operating Officer in Microsoft, il numero 2 di Steve Ballmer”.

Con il chiodo fisso di valorizzare e contaminare le competenze delle persone (“siamo una software house che dieci anni fa aveva un dipartimento interno di graphic design”), Meneghello ha portato a Piazzola sul Brenta manager del calibro di Debora Marocchino, responsabile degli eventi in AOL e poi marketing director a Invision, e Thibaut Mallet, partner manager in Oracle e poi in Alfresco. Ma ha convinto anche diversi “cervelli italiani” fuggiti all'estero a rientrare in patria.

Il modo migliore per raccontare la storia di Thron è visitare la sede che si trova a Piazzola sul Brenta, di fronte alla splendida Villa Contarini, opera del Palladio. Il quartier generale dell'azienda si trova all'interno di Palazzo Negrelli, un edificio di inizio Novecento, vincolato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e completamente ristrutturato. Oltre agli uffici in vetro, ispirati al trenino a vapore che un tempo faceva avanti e indietro da Padova, accoglie un piccolo anfiteatro (per ospitare eventi interni e dei clienti), uno studio fotografico e di registrazione e l'immancabile lounge con biliardino e ogni genere di snack.

I tre piani del palazzo sono punteggiati da totem interattivi che trasmettono immagini di ogni genere: sfilate di moda, presentazioni di automobili, conferenze stampa, eventi, convegni, spot pubblicitari.

Tutti questi contenuti sono controllati e distribuiti attraverso Thron, che è anche il nome del prodotto. “La nostra intuizione è stata quella di creare un ambiente sicuro per accogliere qualsiasi asset digitale”, spiega Meneghello. “Una volta in piattaforma il contenuto può essere distribuito in modo controllato su qualsiasi canale, dalla intranet all'app mobile, dall'Apple Watch ai device di nuova generazione che con la rivoluzione dell'internet of things diventeranno nuovi terminali di comunicazione”.

Oltre ad assicurare un controllo totale sui contenuti, la loro centralizzazione permette alla piattaforma di monitorarli in tempo reale, a prescindere dal canale usato per veicolarli. Questo monitoraggio prende il nome di Content Intelligence. In sostanza attraverso un'analisi continua di come i contenuti vengono fruiti dagli utenti, Thron è in grado di classificarli in modo sempre più accurato. E non solo. Attraverso il “consumo” di questi contenuti, infatti, il software impara anche quali sono gli interessi degli utenti, riuscendo così a proporre a ognuno il contenuto più adatto in base a un determinato obiettivo.

“L'aspetto più innovativo è che tutti i processi della Content Intelligence avvengono in modo automatico”, aggiunge Meneghello. “La prima fase è quella che noi chiamiamo arricchimento: nel momento in cui i contenuti vengono caricati in piattaforma, infatti, vengono arricchiti attraverso dei tag che il software è in grado di assegnare in modo automatico. A prescindere dal fatto che siano testi, immagini, video o html. E si tratta di una classificazione dinamica, perché questi tag vengono costantemente revisionati e aggiornati”.

“Non finisce qui”, sorride Meneghello. “Noi offriamo ai nostri clienti la possibilità di sfruttare al massimo tutti gli asset a loro disposizione, anche quelli che di solito non vengono utilizzati per la comunicazione. Faccio un esempio: se un'azienda produce abbigliamento, oltre alle immagini e alle schede dei prodotti, al suo interno dispone di altri contenuti che potrebbero essere rilevanti per la vendita. Magari la certificazione che quel bene sia stato prodotto in modo responsabile. Oppure che siano stati usati solo materiali naturali per realizzarlo. O ancora che abbia specifiche caratteristiche di vestibilità. Tutte queste informazioni potrebbero essere decisive nella scelta di acquisto: Thron lo capisce e, al momento giusto, le mette a disposizione del consumatore. È rivoluzionario. E non esiste sul mercato un prodotto in grado di fare la stessa cosa!”.

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