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Apple rivoluziona l'App Store: arrivano annunci e più soldi agli sviluppatori. Ma Google risponde subito

  • –di Biagio Simonetta
(Afp)
(Afp)

A pochi giorni dalla conferenza annuale degli sviluppatori che inizia lunedì, Apple svela qualche carta. E lo fa attraverso un'intervista che Phil Schiller, senior VP, ha concesso a The Verge. Stavolta l'anticipazione è di quelle grosse, e riguarda l'App Store, un titano da 1,5 milioni di applicazioni presenti che sarà rilasciato nella sua versione 2.0. Alla WWDC, infatti, Cook non lancerà soltanto i nuovi sistemi operativi per iPhone e Mac, ma ufficializzerà cambiamenti significativi in ambito App. Cambiamenti che vanno dalla tempistica di approvazione di nuove applicazioni, fino alla ricerca e al tanto discusso revenue-sharing.

Apple ha fatto sapere che dal 2008 (anno del lancio) a gennaio di quest'anno, grazie al suo Store gli sviluppatori di tutto il mondo hanno guadagnato 40miliardi di dollari, di cui oltre un terzo generati nel solo 2015. Una cifra che coi i cambiamenti in programma potrebbe subire un'ulteriore accelerata.

Più revenue per gli sviluppatori
Con la nuova versione di App Store, che potrebbe esordire online già dalla prossima settimana, Apple ha intenzione di creare una sorta di fidelizzazione degli sviluppatori. Ad oggi, per ogni App scaricata dallo Store, allo sviluppatore va il 70% del ricavato, mentre Apple mantiene per sé il rimanente 30%. Con la nuova release, la casa di Cupertino ha deciso di premiare gli sviluppatori dal dodicesimo mese con un incremento del 15%. In sostanza, dunque, si prefigura uno scenario del genere: per ogni App in abbonamento, Apple tiene per sé il 30% ma solo per il primo anno. Dal secondo anno in poi tiene il 15%, lasciando agli sviluppatori l'85%. Con questa mossa gli sviluppatori saranno incentivati a vendere le loro applicazioni in abbonamento e non più a costi una tantum.

C'è da aggiungere che fino ad oggi, gli abbonamenti sono stati disponibili solo per un insieme limitato di categorie (streaming audio e video, servizi cloud, news e servizi di incontri). Ora saranno integrati in tutte le categorie. Il nuovo “contratto” sarà in vigore dal prossimo autunno, ma per le App che hanno già sottoscrittori di abbonamento da almeno un anno sarà attivo da subito. Le app potranno offrire prezzi geo-specifici e avranno accesso a 200 price point in tutte le valute, (rispetto alle 87 disponibili in precedenza). Questo per consentire agli sviluppatori di avere prezzi diversi a seconda del mercato. Inoltre, qualora uno sviluppatore valuti un incremento del prezzo di abbonamento, avrà la possibilità di mantenere il costo inalterato per gli attuali abbonati e aumentarlo solo per i nuovi utenti.

Tempi più rapidi
Sempre con l'introduzione dell'App Store 2.0, Apple punterà forte sulla tempistica di approvazione delle App. L'impegno della casa di Cupertino sarà quello di ridurre al minimo i tempo di attesa, riducendoli a qualche ora. Un nuovo metodo di valutazione rapida è già stato introdotto, con il 50% delle App che ad oggi vengono approvate entro 24 ore e il 90% entro 48 ore. L'obiettivo è quello di fare ancora meglio.

Arrivano gli annunci
Il layout dello Store sarà totalmente rinfrescato, e fra le modifiche più interessanti c'è senz'altro quella dell'introduzione degli annunci. La novità si chiama Search Ads, ed è di rilievo anche perché Apple ha sempre desistito a questo tipo di ipotesi. L'annuncio promosso attraverso Search Ads apparirà nei primi posti dei risultati di ricerca sull'App Store per iPhone e iPad e sarà chiaramente indicato (con uno sfondo azzurro e l'icona “Ad”). Il sistema, tuttavia, mostrerà le app più rilevanti in base ai criteri di ricerca dell'utente. E proprio la rilevanza dell'annuncio avrà la priorità rispetto al costo dell'inserzione. Così gli sviluppatori non potranno risultare più in evidenza semplicemente pagando di più. In termini di costi, gli sviluppatori pagheranno la commissione ad Apple solo in base ai tap che gli utenti faranno sui loro annunci.

La risposta di Google
La risposta di Google non si è fatta attendere. Come riporta il sito Recode, Big G non vuole cedere di un millimetro in questa eterna sfida che arricchisce le casse della App Economy. Tutto si gioca sul revenue-sharing, con Google pronta a pareggiare le percentuali di Apple (85%-15%) ma addirittura senza attendere i dodici mesi di abbonamento. Pare che da Mountain View abbiano già iniziato a testare il nuovo piano tariffario con alcune società, così da esser pronti a rispondere ad Apple. Di certo, questa sana competizione sui prezzi non può che far gioire gli sviluppatori.

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