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Consigli (e qualche considerazione) solo per veri giocatori di Pokèmon Go

A pochi settimane dalla sua pubblicazione, “Pokémon Go!” è la app di maggior successo della storia, con un rendimento che SuperData stima attorno ai 4 milioni di dollari al giorno.

Checché se ne dica o qualsiasi cosa si pensi della mania che la circonda, quella di Niantic Lab è anche la prima applicazione in realtà (quasi) aumentata ad avere un impatto massivo.

E se il “quasi” è motivato dal fatto che Pokémon, Pokéstop, Aromi e sfere per la cattura non interagiscono con l'ambiente circostante apportandone reali modificazioni – la definizione ortodossa di realtà aumentata –, è indubbio che la caccia ai mostri tascabili sia la prima testimonianza di quanto possa essere dirompente l'impatto di tecnologie digitali tese a integrare l'ambiente, progetti come “Hololens” di Microsoft, “Tango” di Google o la realtà mista in sviluppo presso di studi di Magic Leap.

Per quanto il software sviluppato in collaborazione con Pokémon Company e sotto l'egida di Nintendo abbia ancora limiti evidenti – dall'eccessivo consumo di batteria a una geolocalizzazione poco precisa, fino a dinamiche ludiche ripetitive almeno nei primi livelli -, non è allora forzato dire che “Pokémon Go!” è un esempio indicativo di come potrebbe essere il nostro futuro. E forse non solo in ambito intrattenitivo.
Nell'attesa di verificare la previsione, ecco 5 consigli su come ottimizzare la propria caccia ai mostriciattoli più famosi del Pianeta.

Attivare il “Poke Radar”

Sviluppata da due designer americani, Braydon Batungbacal e Nick DiVona, per ora è disponibile solo per iOS: complementare a quella di Niantic, l'applicazione (anche in rete) permette di rintracciare le zone a più alta densità di Pokémon, fornendo una mappa di ogni area e il tipo di preda rintracciabile.
Si basa sulle segnalazioni degli utenti, cosa che consente una ricerca circoscritta al mostro preferito, ma ne pregiudica l'accuratezza.
Con qualche problema di stabilità in fase di aggiustamento, la app dovrebbe arrivare presto anche nella versione Android.
Per scoprire dove siano i Pokéstop, può essere saggio monitorare i punti di interesse di Ingress, applicazione precedente e pressoché identica di Niantic Lab.


La vacanza dell'allenatore perfetto

La vacanza dell'allenatore perfetto

Ci sono due opzioni se si vuole agevolare il safari digitale: assoldare online un autista che abbia famigliarità con le rotte cittadine più battute, offerta in piena diffusione e già disponibile a Torino e Palermo, oppure partire alla volta di Sokcho, in Sud Corea.
Come riportato nel video del “Wall Street Journal” qui sopra, costituendo una sorta di zona franca e libera dalle restrizioni di Google Maps, che dall'epoca della guerra fredda limitano l'uso di mappature satellitari in quell'area, il piccolo villaggio di pescatori si è trasformato nel paradiso dei Pokémon rari. Da un paio di settimane, le prenotazioni di alberghi e tour nella zona registrano un record al giorno.

Migliorare i fondamentali... in palestra

Migliorare i fondamentali... in palestra

Come in ogni “sport”, dei fondamentali buoni sono la premessa di ogni campione. L'allenatore di Pokémon che volesse primeggiare dovrebbe catturare tutti i mostri possibili, anche i doppioni (che invero aiutano ad accumulare punti esperienza aggiuntivi), mirare con la massima precisione il cerchio attorno ai Pokémon selvatici (obbiettivi centrati regalano Xp extra), saper tracciare una palla curva con le proprie sfere, ricordarsi di potenziare i propri mostri prima di evolverli, studiare in dettaglio le caratteristiche degli avversari per sfruttarne i punti deboli – ci sono Pokémon più sensibili a un attacco e invulnerabili ad altri – e ricordarsi che salvo casi fortunati il software premia chi abbia il maggior numero di Combat Points. E poi, la cosa più importante: frequentare e, meglio, proteggere la propria palestra, il comportamento migliore per accumulare Pokécoins senza pagarli.
A proposito, per partire al meglio è possibile scegliere il nascosto Pikachu. Basta ignorare per 4 volte i tre “starter” proposti dal gioco.

Fra pazienza… e (in)osservanza delle regole
C'è il “metodo Pidgey”, che si adatta a tutti i Pokémon più comuni e consente un'ascesa rapida dei punti esperienza, con tanto di PidgeyCalc che suggerisce quando e come usare un Uovo Fortunato per ottimizzarne l'effetto; c'è il “metodo Pokéstop”, che implica l'aiuto di un amico, la presenza di due Pokéstop nei paraggi (da presidiare sfruttando il loro “refresh” ogni 10 minuti) e garantisce il doppio dei punti per ogni cattura; c'è il trucco, un “cheat” in gergo, per ottenere un numero infinito di Aromi, o quello per cui risultare in movimento stando fermi; c'è la possibilità di raccogliere le sfere fuori bersaglio cliccandoci sopra.

Insomma, come testimonia anche il video del “Mirror”, i modi più e meno leciti per accedere velocemente all'Olimpo degli allenatori abbondano. Una sfida non da poco per gli sviluppatori, chiamati a limitare il cheating selvaggio per non compromettere l'esperienza di gioco.

Uniamoci e partiamo

Tentando di evitare i già numerosi incidenti, l'allenatore provetto di Pokémon è chiamato a uscire di casa e preferibilmente in compagnia. Anzitutto perché i Pokémon proliferano in ambienti più consoni alle loro caratteristiche e le uova si schiudono dopo 10 chilometri percorsi a una velocità inferiore ai 20 orari, poi perché alcune attività del gioco sono facilitate dalla collaborazione.

C'è già chi ha sfruttato questo aspetto per fini extraludici: da qualche giorno il Bloomberg Children's Center del Johns Hopkins Hospital di Baltimora usa la app per integrare le cure ai pazienti, distrarli dalle terapie più fastidiose, o semplicemente renderne più divertente la degenza. Tanto da aver trasformato il nosocomio in un Pokéstop fra i più attraenti. E non solo per i mostri tascabili.

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